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Domm Erin - Fabbricante di lacrime

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Chiuse l’anta e regolò la temperatura, poi si tolse i guanti, lievemente

turbata.

«Dove hai detto che sta?» mi chiese.

«Al Saint Joseph», risposi. «Da quando l’hanno trasferita è sempre

rimasta là. Ora che è maggiorenne dovrebbe andarsene, ma finché non trova

un lavoro…»

«Ho invitato anche lei a cena», disse Anna affettando il pane.

Le posate mi rimasero in mano. Alzai gli occhi e la guardai.

«So che doveva essere una cosa tra di noi, ma non ce l’ho proprio fatta. È

sempre così carina… e so quanto siete legate. È stata un’impresa

convincerla che non avrebbe disturbato, ma alla fine mi ha detto che verrà.»

Mi sorrise dolcemente. «Sei contenta?»

Il mio cuore avrebbe detto di sì se i pensieri non mi avessero tradita.

Qualcosa dentro di me bruciava ancora dall’ultima volta che ci eravamo

viste. Da una parte sentirle dire che non provava nulla per Rigel mi aveva

tranquillizzata, ma dall’altra temevo che non fosse la verità. Avevo scelto di

crederle, ma quel pensiero mi tormentava.

Anna guardò l’orologio appeso al muro. «Oh, non avevo visto fosse così

tardi! Nica, vai pure a prepararti. Finisco io qua.»

Annuii e salii di sopra sciogliendomi la coda.

Raccattai il mio accappatoio, della biancheria pulita e raggiunsi il bagno,

dove mi spogliai e azionai la doccia. Poi mi infilai sotto il getto caldo.

Mi lavai con cura e pulii i capelli con uno shampoo profumato, beandomi

di tutta quella schiuma.

Dopo essermi risciacquata per bene uscii, attenta a non gocciolare, quindi

agguantai l’accappatoio e lo allacciai in vita. Era un po’ piccolino persino

per me, ma era di una sfumatura lilla che mi era sempre piaciuta tanto.

Indossai gli slip, saltellando un po’ sul posto; inclinai il volto e osservai il

pizzo bianco che mi disegnava la curva del bacino. Era la prima volta che

mi decidevo a indossare biancheria diversa dal semplice cotone. Eppure era

morbidissima contro la pelle.

Mentre mi frizionavo i capelli, sentii una voce chiamarmi da giù.

«Oh, Nica mi sono dimenticata i sottopiatti in trina! Riusciresti ad

allungarmeli? Sono nella cassettiera in camera mia!»

Mi passai la manica sulle tempie e sentii Anna aggiungere: «L’ultima

mensola in basso!»

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