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Domm Erin - Fabbricante di lacrime

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che provavo verso di lei non si avvicinava alla rabbia, ma più a un profondo

dispiacere.

Non volevo compromettere il rapporto che aveva con Anna. Non lo

avevo mai voluto. Sapevo quanto si volessero bene e non desideravo che si

rovinasse per colpa mia.

Lei mi strinse il viso. «Davvero?»

«Davvero.»

«Sei sicura?»

Annuii piano. «Sono sicura».

Anna espirò tremula, aprendosi in un sorriso. Mi carezzò la guancia e io

risposi a quel sorriso con tutta la felicità del suo tocco sulla mia pelle.

Finì di spazzolarmi i capelli, mentre mi chiedeva cosa avrebbe potuto

cucinare. Io le dissi che Norman sicuramente avrebbe apprezzato la sua

famigerata salsa.

«Vado a chiamare Dalma», enunciò quando ci alzammo, e mi invitò

intanto a scendere per fare colazione.

Mi avviai al piano di sotto. Mi sentivo leggera, fresca e luminosa. Mi

sentivo felice. Quei momenti con lei mi facevano bene al cuore, e adoravo il

fatto che chiedesse sempre la mia opinione.

Con l’anima sollevata, mi fermai sulla soglia della cucina.

E la mia felicità non poté che aumentare.

Rigel era seduto al tavolo con un libro e una tazza.

Aveva la tempia appoggiata sulle nocche di una mano e i capelli scuri,

che più di tutto risaltavano nella luce delicata del mattino, gli ricadevano

scompigliati attorno al viso.

Le iridi scorrevano silenziose sulle righe, ma Anna mi aveva detto che si

era svegliato presto per un mal di testa, e nel mio silenzio mi soffermai a

contemplarlo senza che si accorgesse di me.

Amavo farlo. In quei momenti era semplicemente se stesso. Tirava fuori

sfumature di sé che non permetteva agli altri di vedere, e ancora una volta

rimasi incantata dal suo aspetto delicato e feroce insieme.

La pelle bianca e innocente, la linea affilata delle sopracciglia, gli zigomi

scolpiti e gli occhi selvatici. La gestualità irriverente, quelle labbra che

dispensavano morsi e sorrisi pungenti a chiunque osasse avvicinarsi.

Rigel era questo, era una carezza e un graffio.

Era un po’ brividi e un po’ lividi.

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