10.10.2022 Views

Domm Erin - Fabbricante di lacrime

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

«Ciao…» mi salutò tiepida.

Indossava un berretto a costine e stivali di gomma che l’avevano protetta

dalla pioggia. Sembrava un raggio di sole incastrato nel temporale.

«Non volevo disturbare», si scusò. «Passavo in città e ho… visto che

hanno aperto una piccola pasticceria. Ho pensato a te», disse con una punta

di imbarazzo. «La signora aveva appena sfornato alcune crostate e so

quanto ti piaceva la marmellata…»

Mi porse un pacchetto e io sentii in gola una sensazione calda e dolce

come il miele.

«Adeline, non dovevi…» Presi il dolce e alzai lo sguardo su di lei,

sorridendole. Poi istintivamente la strinsi. «Perché non resti? Possiamo

mangiarla insieme… Non disturbi», la anticipai, staccandomi per guardarla

con occhi luminosi e sinceri. «Ho il tè che ti piace tanto… e fuori sta

piovendo così forte… Dai, entra.»

Si pulì gli stivali sul tappetino e rivolse a Norman un sorriso riconoscente

quando lui le prese la giacca per appenderla.

«Accomodati intanto», la invitai. «Preparo il tè e arrivo.»

Fece come le avevo detto e poco dopo la raggiunsi anch’io, il vassoio tra

le mani e la teiera fumante.

Lei era in piedi e mi dava le spalle.

Stavo per chiamarla, quando mi accorsi che in fondo alla stanza, vestito

del suo tipico silenzio, c’era Rigel.

Leggeva incurante di altro, con la pelle baciata dalla luce della finestra.

In quel momento il mondo si fermò.

In quel momento… capii qualcosa che forse non avevo voluto vedere.

Adeline… Adeline lo guardava come se non esistesse nessun altro.

Con occhi che sussurravano.

E labbra che tacevano.

Con un cuore rotto e la malinconia di qualcosa che si è sempre

contemplata da lontano.

Adeline… guardava Rigel nel mio stesso, identico modo.

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!