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Domm Erin - Fabbricante di lacrime

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Eppure sentirlo respirare in quel modo forzatamente misurato mi ricordava

tutti punti in cui i nostri corpi erano in contatto.

Avvicinai il viso alle fessure e osai un’occhiata prudente alle due donne.

Quanto sarebbero rimaste?

Sentii il fiato tiepido di Rigel carezzarmi la nuca. Schiuse le labbra e quel

suono sottile mi scivolò fin dentro il cervello, provocandomi un brivido

caldo.

Cercai di voltarmi ma il suo viso era già lì, contro il mio collo, in quello

spazio minuscolo. I suoi capelli setosi mi carezzarono la guancia e le narici

mi si riempirono del suo profumo forte.

«Rigel…»

«Ssh…» sussurrò contro il mio orecchio, mentre le sue mani scivolavano

sui miei fianchi, modellandoli tra le dita.

Il mio cuore accelerò.

Prima che potessi fare qualunque cosa… Rigel mi morse il collo.

Spalancai gli occhi e le mie dita corsero subito ai suoi polsi, stringendoli

convulsamente.

Che stava facendo?

Schioccò un lungo bacio sulla mia gola e io deglutii, fragile. Il mio corpo

delicato e palpitante contro il suo gli fece trattenere un sospiro nascosto.

Mi strinse ancora di più contro di lui, e le sue mani mi incendiarono la

pancia.

«Smettila…» pigolai in un filo di voce.

In riposta ottenni solo un respiro profondo che mi penetrò tra le vertebre,

facendomi tremolare.

Le sue dita mi percorsero le costole, il solco tra i seni, beandosi del

martellio furioso del mio cuore, poi mi presero il viso da sotto inclinandolo

di lato.

Ansimai a occhi sgranati quando le sue labbra roventi si chiusero sulla

curva del mio collo, incendiandomi.

Le caviglie formicolarono, il fiato mi mancò. La sua bocca mi stuzzicò la

pelle tenera con languida lentezza, come se gli piacesse assaggiarmi.

Con l’altra mano Rigel trovò il buco nei collant; mi mordicchiò la gola,

saggiando il mio sapore, e poi spinse il dito dentro la smagliatura.

Il suo tocco strisciò sulla mia pelle nuda, intirizzendola, e io riuscii solo a

sentire il battito violento del mio cuore, il suo respiro caldo, il corpo solido

contro il mio e il suo dito, qualcosa che si tendeva e poi…

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