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Domm Erin - Fabbricante di lacrime

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«Una volta… non avevo ancora imparato a vederti.» Lacrime rotolarono

giù dalle mie guance e io ricordai l’istante in cui avevo mandato tutto in

pezzi. «Mi dispiace…» soffiai. «Rigel, mi dispiace…»

Ci stavamo guardando per la prima volta.

Poi, come un lento miracolo… i suoi polpastrelli si aprirono sulla mia

guancia.

Rigel mi toccò il viso, e quel calore mi sciolse il cuore.

Il suo pollice sfiorò l’angolo della mia bocca, lo carezzò come se in quel

gesto ci fosse l’impossibilità di ciò che eravamo.

«Io non sono una delle tue bestioline, Nica», mormorò con voce triste.

«Non puoi… aggiustarmi.»

«Non voglio farlo», sussurrai in un filo di voce.

Lui aveva lasciato rose dentro di me, aveva lasciato petali e scie di stelle

lì dove prima ero un deserto di crepe. E ci eravamo scambiati qualcosa, in

silenzio, all’ombra dei nostri difetti. Rigel era un lupo e io lo volevo

esattamente per ciò che era.

«Io ti voglio… così come sei. Te l’ho promesso. E non ho smesso di

crederci… Non ti lascerò solo, Rigel. Permettimelo… Permettimi di restare

con te.»

Resta con me, pregò il mio cuore, resta con me, ti prego, anche se ho

paura, anche se non so cosa ci succederà.

Anche se forse non andremo mai bene, non io e te, perché c’è una storia

per ogni cosa e non esistono favole di lupi e falene.

Ma resta con me, ti prego, perché se siamo rotti insieme allora è il resto

del mondo a essere difettoso, e non noi.

Se siamo rotti insieme, allora io non ho più paura.

Gli baciai lentamente la mano.

I suoi muscoli si contrassero, il fiato trattenuto sembrò sul punto di

spaccargli il petto.

Di lui volevo ogni cosa: i morsi, gli sbagli, il caos e le carezze.

Volevo le sue fragilità.

La sua anima autentica.

Volevo quel cuore di lupo che nessuno poteva addomesticare.

Volevo il ragazzo senza lieto fine, quello che era stato abbandonato

ingiustamente sotto un tetto pieno di stelle.

Mi sporsi in avanti e lui cessò d’improvviso di respirare.

«Rigel…» soffiai, ancorando i nostri sguardi.

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