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Domm Erin - Fabbricante di lacrime

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«Vuoi guardare dentro di me? Ti pisceresti sotto prima di aprire gli

occhi», sibilò raggelante, e pensai che gli avrebbe rotto il polso. «Oh no, io

non sono mai stato il buono. Vuoi vedere quanto posso essere cattivo?»

Spinse ancora, spinse così forte che sentii le ossa scricchiolare.

Un singulto mi scappò di bocca. Rigel serrò la mandibola e i suoi occhi,

profondi e affusolati, scattarono su di me. Sembrò ricordarsi solo in quel

momento che io stavo guardando.

Mi fissò in un modo che non riuscii a interpretare, ma qualche secondo

dopo, contro ogni mia aspettativa, strinse i pugni e lo liberò con un gesto

secco. Lionel ritirò subito la mano, gemendo e dondolando. Rimase inerme

sulla strada prima che Rigel gli desse le spalle una volta per tutte,

incamminandosi come un angelo terribile verso di me.

L’istante dopo la serratura di casa scattò nel silenzio.

I miei occhi si adattarono all’oscurità. Piano piano, il contorno di Rigel

riaffiorò nel buio: era dietro di me, con la schiena appoggiata alla porta. I

capelli scuri gli coprivano il viso e la mandibola spiccava come una falce

tra le tenebre.

Tremai, sentendolo respirare. Quell’intimità riaccese tutto quello che

avevo cercato disperatamente di sopprimere. Ero una statua di carne e

desideri che a stento riusciva a non cadere in pezzi. Per la prima volta mi

chiesi se ci sarebbe mai stato un modo, per noi, di vivere insieme senza

sanguinare. Sarebbe mai esistito il giorno in cui avremmo smesso di ferirci

l’un l’altra?

«Hai ragione. Io sono… soltanto un’illusa.»

Abbassai il viso, perché non ero più in grado di mentire a me stessa.

«Ho sempre voluto un lieto fine… L’ho cercato in ogni singolo momento,

sperando che un giorno sarebbe venuto da me. L’ho desiderato fin da

quando Lei… la tutrice… mi ha dato un motivo per sperare in un futuro

migliore. Ma la verità…»

Strinsi le labbra, sconfitta, arrendendomi completamente.

«La verità è che tu, Rigel… tu sei parte della favola.» Le lacrime mi

appannarono lo sguardo. «Forse lo sei fin dall’inizio. Ma non ho mai avuto

il coraggio di vederlo con i miei occhi perché avevo paura di perdere tutto.»

Lui rimase immobile, avvolto nel silenzio. Puntai il viso di lato, cercando

di controllare le emozioni che non mi davano pace. Il mio cuore esplodeva

e le lacrime erano sul punto di rompermi.

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