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Domm Erin - Fabbricante di lacrime

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«Noi non siamo parenti», spinsi fuori, quasi qualcuno lo avesse fatto per

me. «Io e Rigel stiamo per essere adottati.»

Le altre si voltarono a guardarmi, e io lo fissai duramente negli occhi,

con coraggio, sostenendo le sue pupille. «Lui non è mio fratello.»

Lo vidi fissarmi, cupamente divertito dai miei sforzi, quel sorriso

assottigliato sui denti.

«Oh, non dirlo così, Nica,» insinuò con lento sarcasmo, «lo fai sembrare

un sollievo.»

Lo è, gli trasmisi con gli occhi, e Rigel mi osservò a viso basso,

bruciandomi con le sue iridi scure.

D’un tratto una suoneria vibrò nell’aria. Billie sfilò il suo cellulare dalla

tasca e sgranò le palpebre.

«Noi dobbiamo andare… Nonna è fuori che ci aspetta. Ha già provato a

chiamarmi…»

Alzò lo sguardo su di me e io annuii.

«Allora… ci vediamo domani.» Accennò un sorriso che tentai di

ricambiare, ma sentivo ancora gli occhi di Rigel addosso; mi accorsi solo in

quel momento che Miki lo stava fissando: all’ombra del cappuccio il suo

sguardo attento e corrucciato lo stava studiando.

Poi si voltò anche lei, e si allontanarono insieme lungo il corridoio.

«Su una cosa hai ragione.»

La sua voce scivolò lenta e affilata come unghie sulla seta, quando

restammo soli. Abbassai il mento e mi azzardai a guardarlo.

Fissava il punto dove le ragazze erano appena sparite, ma ora non

sorrideva più. Lentamente, le sue iridi si librarono fino alle mie, lapidarie

come pallottole.

Avrei giurato di sentirle imprimersi a forza sulla mia pelle.

«Io non sono tuo fratello.»

Quel giorno decisi di cancellare dalla mia mente Rigel, le sue parole e il

suo sguardo violento, e per distrarmi la notte lessi fino a tardi. La lampada

sul comodino diffondeva nella mia stanza una luce dolce e rassicurante, in

grado di scacciare le mie inquietudini.

Anna era rimasta… stupita, quando le avevo chiesto se potevo prendere

in prestito quel libro. Era un’enciclopedia illustrata, meravigliosamente

dipinta, ma lei si era sorpresa che l’argomento potesse interessarmi.

Io, invece, ne ero affascinata.

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