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Domm Erin - Fabbricante di lacrime

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«È quello che vuoi!» urlò lei, vomitando risentimento. «Tu vuoi che non

sia lui! Mi vuoi sola come te perché non hai nessun altro che ti sopporta!»

«Oh, mi dispiace!» gridò Miki in preda alla rabbia. «Mi dispiace se alle

quattro di notte non hai nessuno a cui telefonare, tranne che me! Deve

essere una sofferenza per te, stare lì a confessarmi quanto ti senti sola!»

«A te piace che ci sia qualcuno che ti chiami!» eruppe Billie fra le

lacrime. «Ci godi, è l’unica consolazione che hai a quello schifo di carattere

che ti ritrovi! Nessuno vuole avere a che fare con te!»

«Non è lui!»

«Smettila!»

«Non è lui, Billie!»

«Perché?» strillò lei.

«Perché sono io!»

Uno spasmo rapidissimo contrasse il viso di Billie. Fissò la sua amica,

immobile, senza parole.

«Cosa?» osò chiedere dopo un istante.

«Sono io», sputò Miki. Non riuscì nemmeno a guardarla mentre

aggiungeva: «Sono sempre stata io».

Billie la guardò sgomenta, la guardò in un modo che non le avevo mai

visto.

«…Non è vero», mormorò dopo un momento. L’incredulità sul suo viso

tornò a indurirsi. «Non è vero, non mi stai dicendo la verità…»

«Sì, invece.»

«No!» scoppiò, tremando. «No, menti! Stai mentendo!»

Miki tacque.

E davanti a quel silenzio arreso, la convinzione negli occhi di Billie

cambiò fino a tramutarsi in cenere. Lentamente… cominciò a scuotere la

testa.

«No, io non ti credo…» sussurrò, come se cercasse di convincere se

stessa. «Perché l’avresti fatto? Perché… Perché avresti…» assottigliò le

palpebre. «Per pietà?»

«No…»

«Per pena? È così?» le lacrime le rigarono il viso. «Ti facevo troppa

tenerezza?»

«No!»

«Così avrei finito di lamentarmi che ero troppo sola? È per questo?»

«Smettila!»

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