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Domm Erin - Fabbricante di lacrime

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«R-Rigel», balbettai mentre mi lasciava un lungo bacio rovente sullo

sterno. Sembrava perso, smarrito nel mio calore, nel mio profumo, nel mio

corpo così vicino. Il mio cuore martellava nello stomaco, andando incontro

alle carezze della sua bocca. Strinsi i suoi capelli tra le dita e il suo respiro

mi diede alla testa.

Mi baciò la pelle nuda del petto, lentamente, in quella maniera che aveva

solo lui, con i denti e con le labbra. Il mio seno si abbassava e sollevava

ritmicamente, e la sua lingua calda ne percorse l’incarnato in una scia di

passione.

Ansimai mentre le sue dita strisciavano sulla mia coscia e la stringevano.

La attirò a sé e il mio cuore non riuscì a opporsi.

Cercai di ignorare quella dolce tensione che si stava formando dentro la

mia pancia, ma mi fu impossibile. Mi sembrava che mi si stesse torcendo il

cuore. Mi sentivo calda, umida, tremante. La situazione mi stava sfuggendo

di mano, non riconoscevo nessuna di quelle sensazioni, eppure mi

appartenevano tutte.

Mi scappò un gemito sottile.

A quel suono le sue mani mi tirarono in braccio a lui, prese da una

frenesia incontrollata. Piegò con possesso la mia coscia contro il suo fianco

e affondò la bocca nella mia gola, mordendola, torturandola, portando

quella tensione al limite.

Il mio respiro accelerò. I suoi denti saggiarono la curva del mio collo,

assaporandolo come un frutto proibito. Le gambe divennero molli, il cuore

prese lo spazio di tutto.

Non stavo ragionando.

Sentii le caviglie tremolanti, le ossa del suo bacino che mi segavano le

cosce, le mie mani affondate nelle sue spalle a tenerlo avvinghiato a me.

Lui era diventato il mio centro, il punto nodale del mio universo. Vedevo

soltanto lui, sentivo soltanto lui, ogni mio centimetro tremava al suo solo

pensiero.

Le sue labbra mi baciarono l’arteria pulsante della gola, riempiendosi del

mio battito. Respirai a fatica, travolta da sensazioni violente, e le sue dita

mi strinsero un seno. Un brivido potente mi serrò lo stomaco e

quell’emozione mi spaventò.

All’improvviso la realtà mi investì come una secchiata d’acqua gelida.

Trasalii, la tensione si ruppe e la paura di quanto fosse vero e reale ciò che

provavo mi assalì.

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