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Domm Erin - Fabbricante di lacrime

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«Lionel, calmati…»

«Non sopporto che tu viva qui con lui», sputò alla fine.

Mi si chiuse lo stomaco.

A quelle parole mi lanciai un’occhiata allarmata alle spalle: nel silenzio

erano rimbombate come il colpo di un cannone.

Scivolai in avanti socchiudendo la porta: Lionel indietreggiò di un passo

e i miei occhi caddero sul cancellino aperto.

«È tardi, Lionel. È meglio che tu vada a casa…»

«No!» mi interruppe febbrile, alzando la voce. Non sembrava nemmeno

lui. «Non ci vado a casa. E non riesco nemmeno più a far finta di niente!

Non sopporto di sapertelo sempre intorno, con quel suo atteggiamento da

bastardo intoccabile e tu con questo tuo… vestito», gesticolò come

impazzito, fissando ogni centimetro del mio corpo. Le sue iridi scattarono

nelle mie, illuminate improvvisamente da un bagliore sinistro. «Siete stati

insieme fino ad ora? È così? Che cosa ti ha chiesto per regalo, eh? Che

cosa?»

«Non sei in te», risposi con una stretta al petto.

«Non vuoi dirmelo?» Stava respirando con forza. I suoi occhi si

alternarono ai miei, convulsi. «Tu ancora non hai capito, vero?»

Mi avvicinai a lui.

«Lionel…»

«Non…!» eruppe fuori di sé, allontanandosi di qualche passo. «Come te

lo devo far capire? Eh? Come?» Si infilò le mani nei capelli. «Sei davvero

così ingenua?»

Sussultai quando strinse i pugni.

«Non posso andare avanti così, è assurdo! Da quanto ci sentiamo? Da

quanto? E tu nonostante tutto sembri non vedere niente! Cosa devo fare

perché tu capisca? Cosa? Dio, Nica, apri gli occhi!»

D’impeto le sue mani mi presero il viso: Lionel mi baciò e io sbarrai gli

occhi. Poi d’istinto serrai le palpebre e lo spinsi via.

Inciampai all’indietro, sconcertata, e gli occhi di Lionel mi fissarono

sbalorditi prima di alzarsi alle mie spalle.

Tremai quando vidi due iridi nere fissarci dalla soglia di casa.

Gli occhi di Rigel, nella penombra della notte, erano due voragini

spietate e senza luce.

Le sue pupille scesero su di me. Mi fissò per un momento in cui sentii

urlare il mondo. Poi si voltò e sparì.

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