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Domm Erin - Fabbricante di lacrime

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Doveva allontanarsi da lei. Prima che fosse troppo tardi.

Doveva lasciarla andare, ringhiarle contro, spingerla lontano e non

guardarla mai più…

Ma Nica era lì, e Dio, era il peccato più bello che avesse mai visto. Con

quel vestito che le fasciava il seno e i lunghi capelli castani, le labbra lucide

e dischiuse che respiravano tutto il fiato che lui avrebbe voluto strapparle di

bocca.

Era splendida e irresistibile.

Si sporse appena in avanti inspirando il suo profumo dolce. I freni

stavano cedendo. Le sfiorò la pelle calda dei polsi e la sentì trattenere il

fiato. Il cuore gli picchiò contro le costole in una tortura insopportabile.

L’odore di lei gli stava dando alla testa. Gli sembrava di non capire più

niente, di star perdendo il contatto con la realtà. Niente era paragonabile

all’effetto che Nica gli faceva.

E avrebbe voluto… In quel momento, lui avrebbe solo voluto…

Lei rabbrividì.

Rigel sollevò gli occhi.

La vide deglutire, le palpebre strette con forza, l’espressione scossa, le

guance chiazzate e le ginocchia tremolanti.

Tremava a tal punto da non respirare, tremavano persino i polsi stretti

nelle sue mani.

Non riusciva nemmeno a guardarlo.

E di nuovo in lui scattò lo stesso meccanismo distruttivo: il terrore, il

rifiuto, la passione divorante, quei sentimenti che lo soffocavano e lo

stritolavano in una condanna eterna.

Tornò l’angoscia, la frustrazione, e Rigel avrebbe voluto raschiarla con le

unghie, strapparsela di dosso e non sentirsi sempre così nero, estremo e

sbagliato. Era stanco di sentirsi così, ma più tentava di ribellarsi a se stesso

più il suo cuore si rintanava nel petto come una bestia ferita.

Avrebbe solo voluto sentirsi giusto. Avrebbe solo voluto toccarla,

sentirla. Viverla.

La desiderava con tutto quello che aveva, ma tutto quello che aveva

erano morsi, spine, dolori e un’anima piena di sofferenze.

E lei non riusciva nemmeno a guardarlo negli occhi.

«Se c’è qualcuno in grado di amare così tanto…» gli morì dentro, mentre

Nica gli tremava davanti.

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