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Domm Erin - Fabbricante di lacrime

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La sua lingua calda mi sfiorò l’estremità della bocca e io cessai di

respirare. Il cuore si tese, le ginocchia tremarono. Rigel mi ripulì dallo

zucchero filato e mi ritrovai a stringere il lembo del mio vestito come se

fosse il mio unico appiglio in quella follia.

Non capii più niente.

Il mio respiro si approfondì, i nostri fiati si mischiarono e il suo profumo

mi scese direttamente in gola, annebbiandomi la mente come il più dolce

dei veleni.

Il cuore stava per scoppiarmi. Strane vertigini mi fecero girare la testa e

mi dimenticai come respirare.

Mi stava uccidendo.

Senza nemmeno un rumore.

Ebbi la sensazione che anche le sue dita tremassero, attorno al mio

polso…

Si staccò, leccandosi via lo zucchero dal labbro inferiore. Lo fissai

smarrita, bollente e piena di brividi.

Ero spaventata da ciò che si muoveva dentro di me. Terrorizzata dalle

reazioni della mia pelle.

Ma il suo respiro mi annullò.

I suoi occhi bruciarono sulle mie labbra.

Il suo fiato mi investì le guance.

Chiusi gli occhi e…

Le labbra di Nica.

Rigel non vedeva altro.

Il sangue gli pulsava nelle tempie, il cervello era annebbiato. Il cuore era

sul punto di sfondargli il torace.

Lei non si era mossa.

Era rimasta ferma…

Senza nemmeno accorgersene, la spinse leggermente indietro facendola

aderire al tavolo. Si ritrovò a farle scivolare le mani lungo gli avambracci

fino ad afferrarle entrambi i polsi, ansimando.

Moriva dalla voglia di baciarla.

Il tarlo ringhiava. E lui aveva ancora il sapore della sua pelle di miele

sulla lingua, come una condanna che avrebbe bruciato per sempre.

*

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