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Domm Erin - Fabbricante di lacrime

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La vidi annuire senza entusiasmo, tirando una boccata, e Billie sorrise

contenta.

«Allora? Vieni con no…»

Qualcuno le andò addosso.

«Ehi!» protestò Billie, massaggiandosi la spalla. «Ma che modi sono?

Ahia!»

Altri studenti ci superarono, e Billie si strinse verso Miki.

«Ma che sta succedendo?»

Qualcosa non andava. Gli studenti correvano dentro, chi con il cellulare

spianato, chi con un’esaltazione terrificata negli occhi. Sembravano eccitati

da qualcosa che vibrava nell’aria e io mi appiattii al muro, spaventata da

quella ressa impazzita.

«Ehi!» latrò Miki a un ragazzetto dall’aria elettrizzata. «Che diavolo

succede?»

«Si picchiano!» strepitò sfoderando il cellulare, «C’è una rissa agli

armadietti!»

«Si picchiano? Chi?»

«Phelps e il ragazzo nuovo! Cristo, quello gliele sta dando di santa

ragione! A Phelps!» starnazzò fuori di sé. «Devo fare il video!»

Schizzò via come una cavalletta e io mi ritrovai alla parete, le braccia

irrigidite, gli occhi spalancati nel vuoto.

Il… ragazzo nuovo?

Billie strinse Miki come un pupazzo antipanico.

«La violenza no, vi prego! Non voglio vedere… Chi mai sarebbe tanto

pazzo da fare a botte con Phelps? Solo un incosciente… Ehi!» sgranò gli

occhi allarmata. «Nica! Ma dove vai?»

Ormai non la sentivo più: la sua voce svanì nel flusso di studenti.

Sorpassai le persone, mi incuneai tra spalle e schiene, impigliata come una

farfalla in un dedalo di steli. L’aria crepitava in modo quasi soffocante. Udii

distintamente il rumore di percosse, lo scoppio di un frastuono metallico e

poi qualcosa che impattava per terra.

Raggiunsi la prima fila con le urla che mi pulsavano nelle tempie: infilai

la testa sotto un braccio e infine spalancai gli occhi.

Due studenti erano a terra, in preda a un furore cieco. Era difficile

riuscire a distinguerli in quella furia ma non ebbi bisogno di vederli in viso:

quei capelli neri e inconfondibili spiccavano come una sbavatura

d’inchiostro.

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