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Domm Erin - Fabbricante di lacrime

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Una parte di me riusciva a immaginarsela appesa alle sue dita mentre ci

giocherellava distrattamente, impegnato a leggere un libro…

Lionel se la rigirò tra le mani e io mi alzai per buttare il cucchiaino.

«È fatta a mano», raccontai. «La signora mi ha detto che era l’ultima.

Pensa che dipinge lei stessa la sabbia! Indossa una specie di monocolo, poi

si siede sullo sgabello e sistema i granelli con un lungo ago finché non…»

Il frastuono di vetri mi fece trasalire.

Ai piedi di Lionel, cocci rotti brillavano in mezzo a un’aureola di sabbia.

Li fissai senza fiato.

«Oh», enunciò Lionel grattandosi una guancia. «Accidenti.»

Mentre lui si scusava, mi inginocchiai a terra guardando i pezzi tra le mie

dita.

Quel regalo scelto con cura… ora era in briciole.

Perché? Perché quando si trattava di Rigel tutto doveva sempre finire in

pezzi?

Strinsi i cocci tra le mani, tremando di delusione, e sollevai lo sguardo su

Lionel. Mi chiese ancora scusa, ma questa volta non risposi.

Più tardi tornai a casa con il cuore che mi pesava nel petto. Avrei tanto

voluto vedere Rigel accettare quel pensiero, e una parte di me si sarebbe

chiesta per sempre se l’avrebbe mai fatto.

«Oh, Nica, sei tornata!» Anna era intenta a mettere la tovaglia buona.

«Potresti portare su quello scatolone mentre finisco di apparecchiare? Va

nella stanzina in fondo al corridoio.»

A quelle parole cercai il suo viso e le rivolsi uno sguardo comprensivo,

ma lei sorrise. Quella in fondo al corridoio era la stanzina dove teneva le

cose di Alan. Ubbidii e mi avviai su.

Accesi la lucina e appoggiai lo scatolone vicino a un armadio. In quella

stanza c’erano vestiti, scatole, vecchi cd di musica e poster arrotolati vicino

al muro; c’erano anche dei libri. Mi avvicinai e vidi che erano quelli

dell’università.

Scoprii che Alan studiava legge, come Asia.

Con rispetto, presi un libro particolarmente grande e lo aprii. Desideravo

avvicinarmi a lui, conoscerlo e sapere qualcosa di più. Avrei voluto

chiedere ad Anna di parlarmene, ma non sapevo se l’avrebbe fatto con

piacere.

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