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Domm Erin - Fabbricante di lacrime

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«Ciao», salutai Lionel, che ricambiò. «Scusa il ritardo… È da molto che

aspetti?»

«No, figurati», rispose incamminandosi. «Vieni, ho tenuto un tavolino. In

realtà è da un po’ che ti aspetto, sì, ma niente di che.»

Mi scusai ancora e gli dissi che se gli andava avrei potuto offrigli il

gelato. Lionel accettò subito e io mi fermai al chioschetto a prendere due

coni.

Quando lo raggiunsi mi accorsi del suo sguardo su di me. Gli allungai il

gelato e mi sembrò di vedere i suoi occhi scivolare sulle mie gambe nude.

«Cosa c’è?» gli chiesi una volta seduta.

«È un bel vestito», commentò guardando il mio abitino rosso puntellato

di piccoli pois bianchi. Osservò il tessuto svolazzante che donava colore

alla mia carnagione e la piccola borsetta a tracolla marrone che mi aveva

regalato Anna. «Ti sta molto bene. Sei molto carina.»

Le mie guance si tinsero di rosa e le mie sopracciglia si sollevarono.

Distolsi lo sguardo e subito riflettei sul discorso a casa di Billie.

«Grazie», risposi, sperando non si notasse il mio imbarazzo.

«Non c’era bisogno che lo mettessi per venire qui.»

«Eh?»

Lionel sorrise scanzonato.

«Non che non lo apprezzi… ma non c’era bisogno che ti mettessi un

vestito tanto carino solo per prendere un gelato insieme. Non dovevi,

davvero. È solo un gelato.»

«Oh, no, io… lo so. L’ho messo perché dopo ho una cena. Sai,

festeggiamo insieme. Oggi è il compleanno di Rigel.»

Lionel rimase immobile per un momento così lungo che il gelato

cominciò a colargli lungo le dita.

«Ah», constatò fissandomi piattamente. «Oggi è il suo compleanno?»

«Sì…»

Lui tacque. Riprese a mangiare il suo gelato mentre io sorridevo a una

coccinella che mi si era appena posata sul dorso della mano.

«Quindi è per lui che te lo sei messo?»

Osservai Lionel, che ora stava spulciando il suo gelato con il cucchiaino,

troppo concentrato per guardarmi.

«“Per lui”?»

«Per il caro fratellino?» precisò con disinteresse. «Ti sei messa così

carina per il suo compleanno?»

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