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Domm Erin - Fabbricante di lacrime

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«Come è possibile che nessuno se ne sia mai accorto?» continuò Anna

irata.

Perché Lei era brava.

Era brava a lasciarci i lividi dove non si vedevano.

Era brava a farci del male nei punti più nascosti.

Era brava a trasformarci in bambole rotte che non dicevano niente.

Lei era brava, e intanto il mondo si dimenticava di noi, affidandoci a una

donna che sarebbe diventata la madre dei nostri incubi.

Avevo capito che è un po’ così che si fa con le cose rotte. Si chiudono

lontano da tutto solo per non doverle vedere più. Noi eravamo i diversi, i

soli, i problematici, i figli di nessuno. Quelli che non sapevano dove

mettere.

A volte mi domandavo cosa sarebbe successo se non fossi finita al Grave,

ma in un istituto diverso. Un posto controllato, sicuro. Un posto dove non

c’erano letti in cantina e strade senza uscita. Un posto dove non c’era Lei.

«Mi chiedo come abbia fatto ad andare avanti per anni», enunciò Anna

gelida. «Mi chiedo come abbiate fatto a non vederlo, a non capirlo, mi

chiedo…»

«Anna.» Le posai una mano sul braccio. La osservai con sguardo

limpido, rivolgendole una richiesta silenziosa.

Scossi la testa.

Se la stava prendendo con la donna sbagliata. Non era colpa

dell’assistente se Margaret era un mostro. Non era colpa di nessuno.

Qualcuno avrebbe dovuto proteggerci. Qualcuno avrebbe dovuto sentirci,

capirci, era vero, ma… il passato non si poteva cambiare.

Rivangarlo mi faceva soltanto male.

Non volevo sentire altra rabbia.

Non volevo sentire altro odio.

Mi ricordavano solo quanto ne avessi ricevuto da bambina…

«Il mio lavoro è occuparmi di questo processo di adozione. Farò di tutto

perché si svolga al meglio», l’assistente ci guardò con determinazione

sincera. «Voglio quanto lei che Nica e Rigel possano avere una famiglia,

una vita serena e un futuro stabile.»

Anna fece un segno di assenso, accettando il suo impegno. Poi entrambe

la accompagnammo all’ingresso.

«Arrivederci.» L’assistente aprì la porta e Klaus schizzò dentro

velocissimo. Sorpresa, indietreggiò e sbatté contro Anna, che fece cadere a

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