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Domm Erin - Fabbricante di lacrime

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«D’accordo. Redigerò la prima relazione, allora.»

Si alzò e io feci altrettanto, stringendomi nella coperta. La febbre stava

ancora scendendo.

«Ah, signora Milligan», si allungò verso Anna. «Questa è una copia dei

dossier medici dei due ragazzi. Dal momento che è interessata a contattare

uno psicologo ritengo possano tornarle utili.»

Anna prese i fascicoli; erano di color verde acqua, sottili e ordinati. Li

sfogliò piano, con cura e rispetto.

«È mio dovere inoltre informarla che i servizi sociali forniscono già una

figura di sostegno psicologico nel caso in cui…»

«E questi chi li ha compilati?» la interruppe Anna. Intravidi la dicitura

Diagnosi psicologiche e comportamentali sopra i fogli che stava

osservando. Mi sembrò di vedere la foto di Rigel.

La donna le rispose con tono pratico. «Un medico specializzato, negli

anni in cui la signora Stoker era a capo dell’istituto.»

«Oh», commentò laconica Anna. «Allora immagino che non ci sia nulla

riguardo ad attacchi di panico e disturbi dovuti a maltrattamenti e

violenze.»

Calò il gelo.

Fissai Anna senza realizzare ciò che aveva detto, poi capii. Dove aveva

tirato fuori quella voce così tagliente?

La donna sembrò incredibilmente imbarazzata.

«Signora Milligan, non so che idea si sia fatta di noi. Ciò che è emerso su

Margaret Stoker…»

«Non mi interessa», la freddò Anna. «Quello che so è che quella donna è

stata licenziata quando dovrebbe essere in galera a scontare ciò che si

merita.»

Ricordavo il giorno in cui Margaret era andata via. Dei visitatori avevano

notato dei lividi su alcuni di noi e avevano informato il Centro Sociale.

Margaret era stata licenziata immediatamente e l’incubo era finito da un

giorno all’altro, come una bolla scoppiata all’improvviso.

Non avrei dimenticato gli occhi degli altri: era stato come vedere il sole

dopo una vita passata sottoterra. Tutti avevano quei volti spenti e gli occhi

slavati di chi non vedeva la luce da molto tempo e ormai non ci credeva più.

Certi incubi non immagini davvero che possano finire.

«Dov’erano le ispezioni?»

Le ispezioni c’erano. Ma erano troppo sporadiche, distratte e superficiali.

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