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Domm Erin - Fabbricante di lacrime

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Adeline che baciava Rigel.

Raggelata, vidi Rigel respingerla bruscamente e poi fulminarla con

un’occhiata che la fece ridere leggera.

Non riuscivo a respirare. Sentii una morsa al petto quando gli occhi di

Rigel si accorsero di me, improvvisamente urgenti. Lo fissai con quell’urlo

muto incastrato dentro il petto.

A quel punto, Adeline si accorse del suo sguardo e si voltò indietro con

ancora le labbra arcuate.

I suoi occhi si posarono su di me… e il suo sorriso scivolò via.

Vidi le sue palpebre sgranarsi lentamente, come se stentasse a crederci.

«…Nica?» soffiò incredula.

L’attimo dopo, come colpita da una improvvisa consapevolezza, il suo

sguardo si posò sulla casa alle mie spalle.

Poi si voltò verso Rigel. Lo osservò in un modo che non riuscii a

decifrare, ma l’intimità del suo sguardo mi sconvolse.

«Oh…» Adeline tornò a guardarmi, commossa. «Nica…»

«Nica!»

Anna corse verso di me, allarmata. Mi avvolse una coperta addosso

mentre io ancora fissavo Adeline ad occhi sgranati.

«Nica, hai la febbre! Non puoi stare qui fuori così! Il dottore ha detto che

devi riposare!»

Adeline incrociò i suoi occhi quando Anna alzò il viso. Si guardarono un

momento, prima che la donna dietro di me mi passasse un braccio attorno

alle spalle.

«Vieni dentro,» disse cercando di incamminarmi, «non puoi prendere

altro freddo…»

La assecondai a fatica, stretta nella coperta.

«Adeline…»

«Passo», mi promise, tesa verso di me. «Non preoccuparti, tu… riposa.

Passerò in questi giorni a salutarti. Promesso!»

Riuscii solo ad annuire prima che Anna mi riaccompagnasse dentro.

Cercai gli occhi di Rigel. Con una punta di dolore vidi che non erano più

su di me.

*

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