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Domm Erin - Fabbricante di lacrime

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sogni allo stesso modo senza di lei.

Anna inclinò il viso, afflitta. L’istante dopo mi strinse a sé con tutte le

forze che aveva.

«Certo che sì», mi rimproverò, e la mia anima la amò alla follia.

Desiderai averla vicina per sempre. Ogni giorno, in ogni istante, finché

me lo avesse permesso.

«Avrei voluto capirti meglio», la sentii dire, e la sua voce si fece più

fragile.

In quel momento notai che sul polso, accanto all’orologio, portava un

cordino di cuoio che non avevo mai notato prima. Non sembrava adatto a

una signora come lei, più a un adolescente.

«Nica… C’è qualcosa che devi sapere.»

All’istante capii cosa stava per dirmi. La ascoltai in silenzio.

«Tu e Rigel… non siete i primi ragazzi che hanno vissuto qui.» Attese un

momento e poi disse: «Io e Norman avevamo un figlio».

Alzò il viso, aspettandosi una mia reazione, ma io sostenni dolcemente i

suoi occhi, pacata e consapevole.

«Lo so, Anna.»

Lei mi fissò sorpresa. «Lo sapevi già?»

La guardai dolcemente e annuii, abbassando gli occhi sul suo

braccialetto.

«Lo avevo capito.»

Fin dal primo momento in cui ero arrivata.

Klaus che dormiva sempre sotto il letto della camera di Rigel, le

magliette scure che ogni tanto gli vedevo addosso. Il posto a tavola alla

sinistra di Norman, lì dove il legno era un po’ più consumato, e la cornice

vuota sul tavolino dell’ingresso, come un’assenza che Anna non era stata in

grado di cancellare del tutto.

E non avevo bisogno di chiederle perché ce lo avesse tenuto nascosto.

Non a lei. Non quando aveva fatto di tutto per farci sentire a casa nostra.

«Quel giorno, all’istituto,» cominciò piano, «il giorno in cui siete venuti

a casa… è stato un po’ come ricominciare.»

La capivo, perché per me aveva significato lo stesso. Era stato come dire

addio a una vita diversa e prendere per mano una seconda possibilità.

«Volevamo che vi sentiste a casa», deglutì lei. «Volevamo sentirci…

come se fossimo di nuovo una famiglia.»

La mia mano scivolò piano nella sua. I miei cerotti le colorarono la pelle.

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