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Domm Erin - Fabbricante di lacrime

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Niente mi terrificava come vederla arrabbiata. E lei in quel momento era

furiosa.

«L’hai fatto entrare tu?»

«No», sussurrai con la mia vocina ansiosa. «No, lo giuro…»

I suoi occhi si accesero spaventosamente. La paura mi assalì. Il respiro

accelerò, il cuore si impennò e tutto crollò in maniera terribile.

«No, per favore…» piagnucolai indietreggiando. «No…»

Le sue mani scattarono in avanti. Fece per afferrarmi e io mi voltai,

cercando di scappare, ma non ci riuscii. Mi catturò per la maglietta e mi

colpì rapida e violenta, il pugno come una sassata sulla base della schiena.

Trattenni il fiato e la vista si appannò.

Crollai a terra, il rene in fiamme, il dolore una scarica in tutto il corpo.

«Tu e le tue schifose manie!» urlò torreggiandomi addosso.

Non riuscii a respirare. Cercai di tirarmi su ma una vertigine me lo

impedì. Fitte insopportabili mi provocarono altre lacrime e mi chiesi se la

sera avrei trovato del sangue nelle urine. Mi coprii con mani tremanti e

pregai di essere invisibile.

«Ecco perché nessuno ti vuole», sibilò. «Sei una disubbidiente, sporca

piccola bugiarda. È qui che restano quelli come te!»

Mi morsi la lingua e cercai di non singhiozzare, perché sapevo quanto la

faceva imbestialire.

Lei mi stava rompendo qualcosa dentro, qualcosa che invece di crescere

sarebbe rimasto piccolo per sempre. Fragile, infantile e rovinato. Qualcosa

di disperato e ingenuo che mi avrebbe indotto a vedere il buono in tutti solo

per non vedere il loro lato peggiore.

Perché non è vero che i bambini cessano di essere bambini quando

vengono disillusi.

Alcuni si vedono strappare tutto.

E restano bambini per sempre.

“Sceglimi”, imploravo nella mia testa quando qualcuno veniva a

trovarci.

“Guardami. So essere brava, lo giuro, so essere buona. Ti do il mio cuore

ma sceglimi, ti prego, sceglimi…”

«Che ha fatto alle dita?» chiese un giorno una signora. Il suo sguardo

era puntato sulle mie unghie spezzate.

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