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Domm Erin - Fabbricante di lacrime

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«Sono i tuoi occhi, Nica», dicevano i bambini più piccoli, quando

chiedevo loro perché mi guardassero in quel modo estraniato. «Nica ha gli

occhi del colore del cielo che piange»; «grandi, splendenti, come diamanti

grigi.»

«Che hai fatto alle dita?» domandò.

Abbassai lo sguardo sui miei polpastrelli avvolti dai cerotti.

«Oh,» balbettai, nascondendoli in modo impacciato dietro la schiena,

«niente…»

Sorrisi, cercando di sviare il discorso, e la voce di Miss Fridge tornò a

farsi strada nella mia testa…

«Non fare la svampita.»

«Così non mi mangio le unghie», buttai lì, e lei sembrò crederci, tanto

che alzò le sue mani, fiera, mostrandomi le estremità mangiucchiate.

«E che problema c’è? Io ormai sono arrivata all’osso!» Poi voltò la mano

e prese a studiarsela. «Mia nonna dice che devo intingerle nella senape, così

“vedrai come ti passa la voglia di mettertele in bocca”. Non ho mai provato,

però. L’idea di passare un pomeriggio con le dita nella salsa mi lascia un

po’… sai… perplessa. Ti immagini se bussa il corriere?»

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