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Domm Erin - Fabbricante di lacrime

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prima di lei?»

I miei sensi rimbombavano. La pelle era tesa e tremava. Mi sentivo

umidiccia, viscida e gelata. Avevo degli spilli incastrati tra le code vocali

così mi limitai a fare un cenno, meccanica come un soldatino di piombo.

«E quanti anni avevate quando è arrivata Miss Fridge?»

«Dodici», mi sentii rispondere, come se non fossi io. Non ero lì, tutto era

amplificato, sentivo solo il mio corpo sul punto di esplodere: arrivava il

sudore, l’agitazione, i rantoli, il cuore che si strappava, il terrore che mi

impediva di respirare. Nascosi, trattenni e ingoiai, implorai a qualcuno di

fermare tutto, ma gli occhi di Miki mi stavano fissando e il malessere mi

stritolò. Le spine in gola si acuirono, mi soffocarono e i miei occhi si

dilatarono. Tutto pulsò e io sentii di nuovo quella voce artigliarmi l’anima

come un mostro.

«Sai cosa succede se lo dici a qualcuno?»

Billie si sporse ancora in avanti, l’ennesima domanda sulle labbra, ma in

quel momento Miki rovesciò accidentalmente il suo bicchiere di succo.

Un fiotto invase il tavolo e Billie trattenne un urletto, scansandosi svelta;

salvò il volume di biologia prima che si bagnasse e rimbeccò l’amica per la

sua disattenzione.

Il discorso si perse così.

La loro attenzione mi diede tregua e smise di ossessionarmi. Solo a quel

punto sollevai le mani.

Quando lo feci, vidi i segni delle mie unghie sul tessuto dei pantaloni.

Quella notte la casa era silenziosa. C’eravamo solo io e il bicchiere tra le

mie dita.

«Nica?»

Anna aveva i capelli un po’ in disordine e la mano a tenersi chiusa la

vestaglia.

«Che fai qui?» chiese entrando nella cucina.

«Avevo sete.»

Mi rivolse una lunga occhiata e io mi ritrovai ad abbassare lo sguardo.

«È… solo questo?»

Si avvicinò a me, lenta e silenziosa. Mi sforzai di non alzare gli occhi su

di lei perché avevo paura di ciò che avrebbe potuto leggerci dentro. Non

c’era luce nel mio sguardo, solo il nero di ciò che non sarei riuscita a

cancellare mai.

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