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Domm Erin - Fabbricante di lacrime

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Sbattei le palpebre, guardandola candidamente.

«Beh, sì.»

Billie spalancò la bocca, portandosi i palmi alle guance; prima che

potesse strillare qualunque cosa però la matita di Miki si frappose tra noi.

«Intendeva se ti piace… piace,» rese chiaro, indicando il mio cellulare

con la punta, «se quel tipo ti interessa.»

La osservai dubbiosa, ma nell’istante in cui capii i miei occhi si

strabuzzarono. Sentii le guance bruciare e in un singulto mi affrettai a

scuotere la testa.

«Oh, no, no, no!» rettificai con una punta di urgenza. «No, Lionel non…

non mi piace in quel modo! Io e lui siamo soltanto amici!»

Billie mi guardò interdetta, le mani ancora ai lati del viso.

«…Solo amici?»

«Solo amici!»

«E lui lo sa?»

«Eh? Che intendi?»

«Oh, dai, fa’ vedere!»

Mi rubò il cellulare. Con una curiosità genuina cominciò a leggere i

messaggi.

«Wow», proruppe. «Parlate quasi tutti i giorni! Lui ti scrive un sacco…

Anche qui… E qui ti ha scritto con una scusa idiota… Eh, eh! Qui

anche…»

«Scusa,» la interruppe Miki di punto in bianco, «ma questo tizio ti parla

solo di sé.»

Mi sorpresi quando vidi che anche lei si era sporta di lato con il

sopracciglio aggrottato e ci stava buttando un occhio.

Mi lanciò uno sguardo scettico e indagatore.

«Ti chiede almeno come stai?»

Quella domanda mi perplesse.

«Beh, ma lo incrocio a scuola…»

«Te lo chiede?» mi interruppe.

«No… ma io sto bene», risposi, senza capirne il bisogno. Miki mi guardò

un po’ rabbuiata prima di tornare a osservare il telefono a braccia conserte.

«Va molto fiero dei suoi successi», disse lentamente Billie, scorrendo i

messaggi, e io capii dal suo tono che qualcosa nella nostra conversazione

non fosse come si era aspettata.

«Sì», concordai. «In effetti…»

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