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Domm Erin - Fabbricante di lacrime

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Entrambe voltammo il viso. Billie era sulla soglia, intenta a sfregarsi un

occhio con la mano.

«Che fate qui?» chiese assonnata.

Miki abbassò il viso; per un momento sembrò sul punto di dire qualcosa,

ma alla fine tacque. E io non ebbi bisogno di altro.

«Tranquilla», dissi a Billie. Tornai ad alzare il viso e le sorrisi serena.

«Abbiamo solo bevuto insieme un bicchiere d’acqua.»

Passai lì tutto il giorno.

Nulla sembrava essere cambiato: nonostante conoscessi il segreto di Miki

ora, niente le impediva di alzare gli occhi al cielo quando Billie prendeva a

stuzzicarla; ero certa che a lei piacesse quel loro modo di starsi accanto. Era

per quel motivo che non riusciva a rinunciarci.

Mentre studiavamo mi arrivarono un paio di messaggi.

«Chi è?» chiese Billie incuriosita, allungando il collo.

Era Lionel.

Quando mi avevano detto di inviare quella catena a quindici dei miei

contatti mi ero trovata leggermente in difficoltà.

Lo avevo mandato ai pochi numeri che avevo in rubrica: Anna, Norman,

Miki, di nuovo Billie, il numero di servizio della mia compagnia telefonica,

poi però mi ero ritrovata a corto di mittenti. Visto che me ne restavano

ancora dieci da mandare, mi si era stretto il cuore al pensiero di deludere la

nonna di Billie. Così lo avevo mandato dieci volte a Lionel tutte di filata.

Inutile dire che fosse rimasto a dir poco basito dalla mia dedizione

religiosa.

«Allora?» chiese Billie, curiosa come una cimice. «Chi è che ti scrive

così spesso? Dai fa’ vedere!»

«Oh, nessuno di nuovo…» risposi. «È solo… Lionel.»

«Lionel? Ah, il ragazzo del laboratorio… Cielo! E vi sentite?»

«Beh… sì, ogni tanto.»

«Ogni… quanto?»

«N-Non saprei», replicai, vedendo che ora mi guardava con occhi

ferventi di interesse. «Direi spesso.»

Billie si portò le mani alla bocca inspirando rumorosamente, e io

sobbalzai.

«Ti fa il filo! È così, vero? Cielo, è evidente! Miki, hai sentito?» le fece

gomito elettrizzata. «E lui? Lui ti piace, Nica?»

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