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Domm Erin - Fabbricante di lacrime

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«I due rappresentanti qui fuori vi accompagneranno alle vostre classi»,

disse la preside. «In ogni caso vi è consentito, se ne avete interesse, fare

richiesta di essere inseriti nella stessa classe, a partire da domani».

Speravo che avrebbe evitato quella domanda. Strinsi i bordi della sedia,

sporgendomi in avanti, ma lui mi precedette.

«No.»

Sbattei le palpebre e mi voltai. Rigel mostrò un sorriso, e una ciocca di

capelli gli sfiorò il sopracciglio scuro.

«Non occorre.»

«Sicuri? Poi non potrete più cambiare.»

«Oh, sì. Avremo anche troppo tempo per stare insieme.»

«Molto bene, allora», proferì la preside, vedendo che restavo in silenzio.

«Potete andare in classe. Seguitemi.»

Io strappai via gli occhi da Rigel. Mi levai in piedi, prendendo lo zaino, e

la seguii fuori.

«Due studentesse dell’ultimo anno vi aspettano qui davanti. Buona

giornata.»

Si richiuse nello studio e io attraversai la stanza senza guardarmi indietro.

Dovevo allontanarmi da lui, e lo avrei fatto se all’ultimo non avessi sentito

prevalere un impulso diverso. Non riuscii a frenarmi quando il mio corpo si

voltò indietro per fronteggiarlo.

«Che significa?» Mi morsi le labbra. Avevo appena formulato una

domanda inutile, e non ci fu bisogno di vederlo inarcare un sopracciglio per

rendermene conto. Ma non mi fidavo delle sue intenzioni, e non riuscivo a

credere che non volesse trovare il modo di tormentarmi.

«Perché?» Rigel inclinò il volto, e la sua presenza statuaria mi fece

sentire ancora più insignificante. «Non avrai davvero creduto… che volessi

stare con te?»

Strinsi le labbra, pentendomi di quella domanda. L’intensità dei suoi

occhi mi fece tremolare lo stomaco e quell’ironia pungente mi bruciò la

pelle. Senza rispondergli né guardarlo afferrai la maniglia della porta per

uscire.

Ma qualcosa me lo impedì.

Una mano spuntò da sopra la mia spalla e fermò la porta: mi paralizzai.

Vidi le dita affusolate stringere il bordo del battente e ogni mia vertebra

divenne improvvisamente sensibile alla sua presenza dietro di me.

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