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Domm Erin - Fabbricante di lacrime

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Filai verso camera mia, ma in cima al pianerottolo inciampai su qualcosa.

Prima che avessi il tempo di capire una nuvola di pelo mi assalì e mi

azzannò al polpaccio.

Avevo ragione… Klaus mi stava tendendo un agguato.

Che vergogna.

Quel pensiero mi rimase appiccicato addosso fino a sera senza darmi

tregua.

Avrei preferito sotterrarmi piuttosto che ritrovarmi Rigel davanti.

Fortuitamente accusò un feroce mal di testa e non scese a cena.

Sospettai che fosse a causa mia, perché a chiunque sarebbero saltati i

nervi nello svegliarsi in quel modo.

Stare un po’ sola con Norman e Anna era ciò che avevo sempre

desiderato, ma non riuscii a ignorare la sedia vuota accanto a me. Lo

sguardo mi cadde continuamente lì, come se i miei desideri fossero

cambiati e io non mi incastrassi più in quel quadretto per tre.

Dopo aver aiutato Anna a sparecchiare, mi ritirai nella stanza con la

libreria per leggere un po’. Avevo bisogno di distrarmi, pertanto cercai

qualcosa che attirasse la mia attenzione finché il mio sguardo non venne

catturato da un titolo in particolare:

“Miti, favole e leggende di tutto il mondo”.

Ne fui attratta all’istante. Carezzai il dorso con le dita, poi lo sfilai dalla

libreria e lo presi in mano per ammirarlo. Era rilegato in cuoio, con intarsi

floreali che si intrecciavano sulla copertina in un modo che ai miei occhi lo

rese splendido.

Mi accomodai sulla poltrona e cominciai a sfogliarlo. Ero curiosa di

conoscere altre favole oltre a quelle con cui ero cresciuta; con che racconti

crescevano gli altri bambini? Davvero non conoscevano la storia del

fabbricante di lacrime?

La cercai nell’indice. Non la trovai. In compenso tanti altri titoli

nutrirono la mia curiosità così mi misi a leggere.

«Comincio a credere… che tu ci stia prendendo gusto.»

Trasalii.

Rigel era sulla soglia. Provai un fortissimo déjà vu. Strinsi il libro in cui

avevo già letto un numero consistente di pagine e cercai di controllare la

mia confusione.

«A fare cosa?» domandai, scossa e colpita di averlo lì.

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