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Domm Erin - Fabbricante di lacrime

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semichiuse.

Dormiva.

Come avevo fatto a non accorgermi di lui?

Trovai insolito che riposasse a quell’ora del pomeriggio, tuttavia la mia

coscienza mi ricordò la delusione che provavo e mi invitò ad andarmene.

Non sarei rimasta lì, la sua sola presenza mi disturbava.

Mi alzai in piedi e lanciai un’ultima occhiata al suo volto placido.

Osservai i suoi lineamenti sereni, le ciglia scure come pennellate di

tenebra sugli zigomi eleganti. I capelli neri gli incorniciavano il volto

riversandosi sul bracciolo come inchiostro liquido.

Lo trovai dolorosamente bello.

E fu… Fu insopportabile.

«Non è giusto», sussurrai, come se fosse colpa sua. Qualcuno doveva

prendersi la responsabilità per quell’aspetto da angelo che faceva male al

cuore.

«Ti vesti da mostro per tenere lontano il mondo e poi… Poi te ne stai qui

così», lo accusai per quell’aspetto indifeso. «Perché? Perché sconvolgi

sempre tutto?»

Avrei voluto dimenticarlo ma non ci riuscivo.

Sapevo che in Rigel c’era qualcosa di luminoso e fragile, e ora che

l’avevo visto non riuscivo ad arrendermi. Volevo estrapolarlo dal mistero

che lo avvolgeva, portarlo in superficie e guardarlo rilucere tra le mie mani.

Ero proprio come una falena, io. Mi sarei bruciata pur di inseguire quella

luce.

All’improvviso mi pietrificai. Riuscivo a contargli le ciglia. Riuscivo a

vedere il neo piccolissimo vicino alle sue labbra…

Smarrita, mi raddrizzai e indietreggiai velocemente con il sangue che

pompava contro le costole. Lo fissai sconvolta da me stessa.

Quando mi ero avvicinata?

D’istinto strinsi il cellulare che tenevo ancora in mano, il dito mi partì per

sbaglio e il video di Billie si aprì: la capra iniziò a urlare a squarciagola e

per poco il telefono non mi cadde dalle mani.

Me la diedi a gambe con le budella strizzate in gola, inciampando

ovunque. Mi scapicollai fuori dal salotto un attimo prima che Rigel si

svegliasse di soprassalto con gli occhi sbarrati e i nervi a fior di pelle,

visibilmente turbato da quelle grida.

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