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Domm Erin - Fabbricante di lacrime

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Mi accorsi che si era avvicinata. Non risposi, e lei mi rivolse un sorriso

un po’ commosso.

«Sei molto trasparente», disse come se fosse una cosa bella. «Le

espressioni ti si leggono subito sul viso, come su un lago pulito. Lo sai che

si dice delle persone come te? Che hanno un cuore onesto.»

Mi portò una ciocca dietro l’orecchio e ogni pezzo della mia anima si

strinse attorno a quel gesto. Amavo quando mi toccava con quella

tenerezza, come se fossi uno dei suoi fiori.

«Forse sto imparando a conoscervi un po’… Rigel è un ragazzo

complicato. Vero?» mi rivolse un sorriso dolce amaro. «Eppure prima sono

passata su. Stavate lavorando bene insieme. Sono sicura che grazie a te ha

capito molte cose.»

Non avevo mai avuto molta fiducia in me, tuttavia non ebbi il coraggio di

farle vedere quanto mi facevano piacere quelle parole. Ero davvero

abbattuta e non riuscivo a nasconderlo.

Anna non forzò il mio silenzio, anzi, sembrò accettarlo e rispettarlo. Così

si addolcì e cogliendomi di sorpresa domandò: «Ti va di aiutarmi?»

Mi prese per mano. Quel gesto mi mandò in fibrillazione. Subito, la

bambina che era in me si rianimò e io cercai lo sguardo di Anna, confusa

dall’intensità delle mie emozioni. Mi lasciai guidare davanti a un vaso dove

un mazzo di splendidi tulipani aspettava di essere infiocchettato con cura.

Ero troppo frastornata per parlare. Seguendo i suoi gesti delicati, tenni

fermi i gambi raccogliendoli in un fascio compatto; non potei che trovarli

bellissimi mentre lei ci passava attorno le mani, avvolgendoci il nastro.

Arricciò le estremità, facendomi vedere come si faceva, e io osservai

rapita la cura che metteva in ogni tocco.

Sistemammo il mazzo insieme; i tulipani creavano un mosaico splendido

sulle tonalità del rosa e del bianco, e alla fine ammirammo la composizione.

«È venuto bene…» constatai incantata, ritrovando un po’ di voce.

Poi un tulipano mi comparve sotto al naso.

Vidi che Anna me lo stava porgendo con un sorriso. Lo presi tenendolo

delicatamente tra i polpastrelli. Accarezzai il bocciolo con un dito libero dai

cerotti, apprezzandone la morbidezza.

«Ti piacciono?»

«Tanto…»

Con una punta di brio, lei prese un tulipano rosa intenso e ci nascose

dentro il naso.

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