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Domm Erin - Fabbricante di lacrime

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Non dovevo guardarlo.

Però c’era la salsa… Io e Anna l’avevamo fatta insieme… Era lecito che

io volessi almeno assaggiarla, no?

Tornai a occhieggiarla di nascosto e cambiai di nuovo idea. Rigel se ne

stava servendo.

Il composto denso scendeva dal cucchiaio tra le sue dita; con l’altra mano

riportò la salsiera sul tavolo.

Poi… si accorse di essersi sporcato il pollice. Lo vidi portarselo alla

bocca con il pugno semichiuso, facendo scivolare il dito sul labbro

inferiore, carezzandolo poi con la lingua. Chiuse la bocca attorno al

polpastrello e poi lo fece scivolare lentamente fuori, leccandone via la salsa.

Mentre tornava a posare il cucchiaio sollevò gli occhi su di me: spiccarono

da sotto le sopracciglia, profondi e affusolati, e si accorsero che lo stavo

guardando.

«Nica… Ti senti bene?»

Trasalii voltandomi verso la signora Otter. Lei mi fissava interdetta.

«Sei arrossita, cara…»

Distolsi lo sguardo. Le pupille mi vibrarono quasi febbricitanti.

«Il purè», gracchiai con un filo strinato di voce, «è…» deglutii,

«piccante.»

Sentivo i suoi occhi bucare l’aria.

Lo stomaco mi irradiava uno strano calore per tutto il corpo. Cercai di

ignorarlo mentre si espandeva dentro di me con una sensazione

formicolante. Dovevo concentrarmi sul pranzo. Solo sul pranzo…

Dopo un po’ mi accorsi dello sguardo di Norman puntato sul mio arrosto.

«Oh, Nica, non metti la salsa?»

«No», risposi netta.

Norman sbatté le palpebre e mi accorsi della risposta brusca che gli

avevo dato.

Sentii le guance bruciare di vergogna mentre mi affrettavo a rettificare:

«È che… lo preferisco così, grazie».

«Senza salsa?»

«Sì!»

«Sicura?»

«Sì, davvero.»

«Ma dai, fattela passare…»

«Non mi piace la salsa!» buttai fuori con voce acuta.

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