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Domm Erin - Fabbricante di lacrime

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Asia era impietrita. Lo fissò con una intensità che mi disturbò, e Rigel

lasciò scivolare lo sguardo nel suo.

«Ciao», completò con cortesia impeccabile.

Seguì solo il silenzio.

Io avevo ancora le dita strette alla stoffa del vestito.

«Bene, ehm…» esordì Norman. «Mangiamo?»

Quando mi accomodai nel posto alla sinistra di Norman lo sguardo di

Asia mi perforò la pelle.

Mi chiesi se non volesse starci lei, ma poi la vidi sedersi vicino ad Anna

e trascinarla in un turbinio di chiacchiere.

Guardandole ridere tra loro, intuii con una stretta al petto che per Anna

non era solo la figlia di una loro amica, ma molto di più. Asia era bella,

sofisticata, faceva l’università e condivideva con lei una sintonia perfetta.

Sembrava conoscere Anna in modi che io non potevo comprendere.

Distolsi lo sguardo da loro e lo puntai dall’altra parte del tavolo.

Rigel si era seduto il più lontano possibile da me. Nel momento di

sederci i suoi occhi erano scivolati sul posto libero accanto al mio, per poi

fare il giro e scegliere la sedia dall’altra parte del tavolo.

Inoltre, da quando era arrivato non mi aveva guardata una singola volta.

Mi stava ignorando?

Meglio così, mi convinsi.

L’idea di averlo vicino mi creava un vuoto nello stomaco. Mi ripromisi di

non guardarlo perché gli ultimi momenti che avevamo condiviso mi

assillavano già abbastanza.

«Nica, vuoi un po’ di arrosto?» Norman mi guardava con la teglia tra le

mani. Mi servii e lui sorrise.

«Devi metterci la salsa», mi raccomandò gentile, poi si rivolse alla

signora Otter.

Cercai la salsiera con gli occhi e la trovai dall’altra parte del tavolo.

La salsa, ovviamente, era proprio vicino a Rigel.

La fissai sconsolata, prima di notare lo sguardo accanto a lui: Asia lo

studiava di sottecchi con un interesse pungente e malcelato. Lasciò

scivolare gli occhi sulle sue mani, sui suoi capelli, sul suo profilo perfetto

mentre si portava la forchetta alle labbra. Perché lo fissava così?

Rigel sorrise brevemente alla signora Otter e io distolsi di nuovo gli

occhi.

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