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Domm Erin - Fabbricante di lacrime

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«Ciao. È un piacere conoscerti.» Assottigliai le palpebre, contenta,

sorridendo sotto lo sguardo carezzevole di Anna. Tornai a guardare la

ragazza in viso e aspettai di vederla ricambiare.

Ma Asia non si mosse.

Non sbatté nemmeno le palpebre. I suoi occhi rimasero talmente

immobili che cominciarono a provocarmi disagio. Mi sentii una farfalla

infilzata dagli spilli invisibili di un collezionista.

Poi lei si voltò verso Anna.

La osservò come se fosse stata sua mamma, uno sguardo che nascondeva

un bisogno.

«Non capisco», disse soltanto. Sembrava sperare di avere frainteso.

«Nica sta qui con noi», spiegò Anna con voce delicata. «È… in

affidamento preadottivo.»

Sorrisi e mi avvicinai. «Vuoi darmi la tua giacca? Te la appendo.»

Ancora una volta Asia non sembrò nemmeno sentirmi.

I suoi occhi erano incollati sulla donna accanto a sé, come se per un

istante Anna avesse fermato il mondo e ora lo tenesse tranquillamente sotto

braccio, con una calma che lei non riusciva ad accettare.

«Io», mormorò dopo un istante, «non credo di aver capito bene.»

«Nica farà parte della nostra famiglia. È in fase di adozione.»

«Volete…»

«Asia», mormorò la signora Otter, ma lei continuò a guardare Anna. Nel

suo sguardo qualcosa tremolava.

«Non… capisco», sussurrò ancora, eppure non era quella spiegazione che

le sfuggiva. Era lo sguardo di Anna, calmo, che invece osservava me.

Improvvisamente un alone freddo ed estraneo mi fece sentire fuori posto

come avessi fatto qualcosa di sbagliato, semplicemente esistendo tra le

pareti di quella casa.

«Io e Norman ci sentivamo soletti», disse Anna dopo un momento.

«Volevamo… un po’ di compagnia. Klaus… beh, lo sapete, non è mai stato

troppo socievole. Volevamo svegliarci e sentire un’altra voce oltre alle

nostre.»

Ricambiò lo sguardo di Asia, ed ebbi l’impressione di vederle parlarsi

solo con gli occhi.

«E quindi eccoci qui», intervenne Norman, smorzando la tensione. Anna

si allontanò per controllare la cottura dell’arrosto e Asia la seguì con

sguardo smarrito, carico di sentimenti che non riuscii ad afferrare.

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