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Domm Erin - Fabbricante di lacrime

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Una parte di me avrebbe voluto cancellare quel momento, spazzarlo via e

fingere che non fosse mai accaduto…

Ma nel momento in cui mi ero fatta sfuggente, Lionel aveva cominciato a

scrivermi con più insistenza. Mi aveva chiesto se Rigel avesse tentato di

difendersi, affossando lui con parole false e bugie.

Io avevo negato, e lui si era subito tranquillizzato.

«Affacciati alla finestra», mi incitò, e quando obbedii fui sorpresa di

trovarlo lì sotto. Mi fece un saluto con la mano che ricambiai, incerta.

«Passavo in zona», mi spiegò con un sorriso. «Perché non scendi?

Possiamo fare una passeggiata.»

«Mi piacerebbe, ma devo finire i compiti. Sai, mi manca…»

«Oh, andiamo, c’è il sole. È una bella giornata», mi rimbeccò con voce

leggera. «Non vorrai davvero star chiusa in casa?»

«Ma ho il test di fisica venerdì…»

«Solo un giro. Su, scendi.»

«Lionel, mi piacerebbe molto,» dissi tenendo il telefono con due mani,

«ma devo studiare davvero…»

«E io no? È solo una passeggiata. Ma beh, se proprio non vuoi…»

«Non è che non voglio», mi affrettai a dire.

«E allora dov’è il problema?»

Lo osservai dalla finestra chiedendomi per un momento se fosse sempre

stato così insistente. Forse ero semplicemente io ad essere più sfuggente del

solito…

Sospirai piano.

«D’accordo», mi arresi alla fine.

In fondo aveva detto solo un giro, no?

«Mi metto le scarpe. Arrivo tra un momento.»

Lui sorrise.

Presi al volo un giacchetto e infilai le scarpe da ginnastica. Poi mi

guardai allo specchio e controllai che l’arrossamento sul collo non si

vedesse. Quel segno era ancora lì, come un ricordo che non voleva sbiadire.

Pensare che lo avessero fatto le labbra di Rigel mi faceva formicolare il

sangue. Decisi di legarci sopra un foulard verde bottiglia e scesi di sotto.

Avvertii Anna che uscivo, ma poi mi bloccai e tornai indietro facendo

prima tappa in cucina.

«Ciao», salutai Lionel con i capelli incastrati dentro il giacchetto. Mi

fermai davanti a lui, portandomi una ciocca dietro l’orecchio, poi allungai

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