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Domm Erin - Fabbricante di lacrime

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Sapevo che tutte quelle attenzioni lo irritavano e basta. Non aveva mai

amato le cure e le apprensioni, lo infastidivano. Persino da bambini, quando

tutti sembravano solo voler elemosinare una carezza, Rigel non si era mai

dimostrato interessato a quelle gentilezze.

Non come me, che invece avrei dato qualunque cosa per essere la

destinataria di tante premure.

Improvvisamente il telefono di casa squillò.

Anna si voltò così in fretta che sussultai anch’io.

«Ah… Continua un momento, Nica, arrivo subito.»

Le lanciai un’occhiata implorante ma fu inutile: Anna se ne andò e mi

lasciò sola con Rigel.

Sforzandomi di non lasciar trapelare nulla, continuai solo a fare ciò che

mi aveva chiesto, ma mi fu impossibile non notare la mano di Rigel. Le dita

erano conficcate nella carne come se quella vicinanza fosse più di quanto

lui era in grado di sopportare. Il battito del mio cuore rallentò.

Odiava così tanto l’idea di avermi vicina?

Lo disgustavo a tal punto?

Perché?

La tristezza mi invase.

Avevo davvero sperato che le cose potessero cambiare, ma tra noi c’era

un abisso. Un baratro incolmabile.

E non importava quanto io ci sperassi, non importava quanto per me tutto

fosse diverso; quel muro c’era ancora e ci sarebbe stato per sempre.

Lui mi avrebbe sempre cacciata via.

Avrebbe sempre distrutto ogni speranza.

Sarebbe sempre stato remoto e irraggiungibile.

Abbassai lo sguardo su Rigel un’ultima volta, solo per sentire gli artigli

di quella tristezza affondare nella conferma. Forse volevo farmi male

abbastanza da rinunciare, da spegnere ogni speranza. Solo così avrei potuto

accettarlo…

Ma il mio cuore perse un battito.

Le spalle di Rigel non erano più un fascio di tensione. Le dita sul

ginocchio si erano allentate, come se avessero stretto la presa per troppo

tempo e si fossero finalmente arrese.

E il suo viso… Sui lineamenti calmi, gli occhi puntavano di lato non più

con ostinazione, ma con rassegnazione. Le iridi languide sotto il mio tocco

erano ricolme di una sofferenza che sembrava donargli anche sollievo.

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