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Domm Erin - Fabbricante di lacrime

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15. Fino all’osso

“L’amore è una piccola cosa che brilla anche nel vicolo

più buio e durante i momenti più tristi, non importa

quanto sia ingarbugliata, mortale e violenta.

È lì, magica e mutante.”

Courtney Love

Tutto bruciava attorno a lui.

Era una prigione morbida e bollente.

Dov’era? Non lo capiva. Non riusciva a sentire niente. Percepiva solo un

dolore diffuso, le ossa che la febbre sembrava quasi piegare dentro i

muscoli.

Eppure, anche in quel sonno denso e artificioso, lei gli comparve come in

un sogno.

Aveva contorni tanto nebbiosi che nessun altro avrebbe capito che si

trattava di Nica, se non fosse stato per il fatto che la conosceva a memoria,

in ogni spigolo e luce.

Riuscì a immaginarla perfettamente, anche nella confusione disorientante

della febbre. Gli sembrò addirittura di averla lì, vicino a lui, a sprigionare

un calore che non gli apparteneva.

Oh, la meraviglia dei sogni…

Non c’erano terrori o freni. Non doveva trattenersi, nascondersi, tirarsi

indietro. Lì poteva toccarla, viverla e sentirla senza bisogno di spiegare

niente, e Rigel avrebbe anche potuto amarlo, quel mondo irreale, se la

felicità effimera che toccava ogni notte non gli lasciasse sul cuore cicatrici

tanto profonde.

Perché bruciava, l’assenza di Nica. Scavava solchi con la stessa tenerezza

con cui gli lasciava carezze. E lui quei tagli li sentiva uno ad uno, quando la

mattina si svegliava con lenzuola vuote, prive di lei.

Ma in quel momento…

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