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Domm Erin - Fabbricante di lacrime

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Lui non si mosse. Il pallore del suo viso era allarmante.

«Rigel,» provai ancora appoggiando la pillola sul ciglio delle sue labbra,

«avanti…»

La sua tempia si piegò contro il mio fianco: la fronte mi toccò le costole

al di sotto del seno e in uno scatto di polpastrelli la pillola mi zampillò via

dalle dita.

Mi affrettai a riagguantarla tra le pieghe della coperta con gesti convulsi,

sentendo i nervi bruciarmi nella carne.

Con inadeguatezza rovente mi ritrovai a spingergliela dentro la bocca.

Le sue labbra si schiusero morbide sotto la pressione delle mie dita. Per

poco non le sfiorai con l’indice quando la compressa sparì dentro la sua

bocca.

Mi voltai a prendere il bicchiere ma mi tremava la mano.

Riuscii almeno a fargli bere un sorso striminzito d’acqua. Rigel irrigidì la

gola e poi finalmente deglutì la pillola.

Gli lasciai la testa sul cuscino e mi alzai con urgenza, le guance

fastidiosamente calde.

Scesi in cucina e preparai l’impacco freddo come mi aveva detto Anna,

dopodiché tornai su e glielo appoggiai sulla pelle bollente.

Rimasi ferma vicino al letto, cercando di fare mente locale.

Avevo dimenticato qualcosa?

Riflettei sulle indicazioni di Anna, quando improvvisamente sentii il mio

cellulare squillare da qualche parte.

Corsi subito a rispondere dopo aver lanciato un’occhiata a Rigel: il nome

di Anna lampeggiava nello schermo.

Ora che la situazione si era calmata notai ancora di più la sua agitazione;

le riferii che avevo fatto tutto ciò che mi aveva detto, per filo e per segno,

senza dimenticarmi nulla; le confidai che avevo chiuso le tende e messo una

coperta in più, e lei mi informò che a minuti avrebbero preso un pullman e

sarebbero arrivati a casa nelle prime ore dell’alba.

«Saremo lì il prima possibile», mi assicurò con tono apprensivo. Non per

la prima volta provai una stretta calda e insolita nel sentire tutta quella

preoccupazione.

«Nica, per qualsiasi cosa…»

Annuii, concitata, e mi resi conto che lei non poteva vedermi.

«Tranquilla, Anna… Se dovesse succedere qualcosa ti chiamerò subito.»

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