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Domm Erin - Fabbricante di lacrime

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Rigel chiuse lentamente la mandibola, lo sguardo incatenato al mio. Poi

alzò gli occhi da me, li puntò duramente oltre le mie spalle e non fu

necessario sentirlo pronunciare quell’unica sillaba per conoscere la risposta.

Non fu necessario sentire il tono aspro e lento con cui la spinse fuori, quasi

costasse persino a lui.

«Sì.»

Mi liberò della sua presenza, svanendo giù per le scale.

Rimasi così, con l’eco di quelle parole, finché il rumore della porta di

ingresso non mi sussurrò che se n’era andato.

Passai tutto il pomeriggio da sola.

La casa restò silenziosa come un santuario vuoto. Solo il rumore della

pioggia spezzò l’assenza di suoni: il riflesso delle gocce sulle finestre mi

striava le gambe, disegnando scie di cristallo sul parquet. La guardai cadere

con sguardo perso, seduta per terra.

Avrei voluto avere parole per spiegare come mi sentivo.

Tirarle fuori da dentro e poi metterle in fila sul pavimento come cocci di

un mosaico, e vederle incastrarsi in qualche modo. Ero svuotata.

Una parte di me aveva sempre saputo che le cose non avrebbero potuto

funzionare.

Lo avevo saputo fin dall’inizio. Fin da quando avevo messo piede fuori

dal Grave. Mi ero tinta di speranze come facevo da piccola, perché io in

fondo non sapevo vivere che così, lustrando e levigando.

Ma la verità era che non sapevo vedere oltre a questo. La verità era che in

qualunque modo la guardassi, quella macchia nera non se ne sarebbe mai

andata.

Rigel era il fabbricante di lacrime.

Era sempre stato il fulcro della leggenda, per me. La sua

personificazione. Il tormento che tante volte da bambina mi aveva ridotta in

lacrime.

Il fabbricante di lacrime era il male.

Ti faceva soffrire, ti sporcava di angosce fino a farti piangere. Ti faceva

mentire e disperare. Così ce lo avevano insegnato.

Ricordavo che Adeline non la vedeva in questo modo. Diceva che, vista

da un’ottica diversa, la favola si poteva interpretare. Che non c’era solo

male, perché, se le lacrime erano il prezzo dei sentimenti, in esse c’era

anche amore, affetto, gioia e passione. C’era dolore ma anche felicità.

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