10.10.2022 Views

Domm Erin - Fabbricante di lacrime

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

io che mi facevo avanti come uno scarabeo.

Quando però arrivai al limite del tappeto Klaus mandò un mugolio

nervoso, e io decisi di fermarmi.

«Non hai voglia di giocare?» gli domandai un pochino delusa, sperando

che lui tornasse a voltarsi.

Ma Klaus frustò la coda un paio di volte e se ne andò. Mi sedetti sui

talloni, un po’ sconfortata, prima di decidermi a salire in camera mia per

studiare.

Raggiunsi il piano di sopra, chiedendomi a che ora Anna e Norman

sarebbero arrivati in aeroporto. Ero immersa nei miei pensieri quando

qualcosa attirò la mia attenzione: mi voltai e il mio sguardo calamitò al

centro del corridoio.

Rigel era immobile, di spalle, il capo lievemente chino in avanti; mi

fermai solo quando vidi la sua mano puntellata al muro. Non mi sfuggì la

posa contratta con cui le sue dita si tenevano alla parete.

Che… stava facendo?

Schiusi le labbra, sospesa sul ciglio di una confidenza che non avevamo.

«Rigel?» tentai dopo un po’.

Mi sembrò di vedere i nervi del suo polso irrigidirsi impercettibilmente

sottopelle, tuttavia non si mosse.

Sporsi il volto di lato, tentando di vederlo in viso, e mano a mano che mi

avvicinavo sentivo le vecchie assi scricchiolare sotto i miei piedi. Quando

fui abbastanza vicina ebbi l’impressione di vederlo stringere le palpebre.

«Rigel», lo chiamai ancora, cauta. «Stai… bene?»

«Sto benissimo», fu il ringhio feroce che provenne dalla sua schiena, e io

per poco non sussultai quando sentii la voce grattargli tra i denti in quel

modo.

Mi fermai, ma non tanto per quel timbro ostile. No… Mi fermai perché

quella bugia era così disarmante da impedirmi di andarmene.

Allungai una mano verso di lui, accantonando per un istante ogni

reticenza.

«Rigel…»

Feci appena in tempo a sfiorare il suo maglione che il suo braccio si

strappò via con violenza. Rigel si voltò di soprassalto, allontanandosi di un

passo, gli occhi inchiodati a me sopra la mandibola contratta.

«Quante volte ti ho detto di non toccarmi?» sibilò minaccioso.

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!