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Domm Erin - Fabbricante di lacrime

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E come se non ci fosse limite alla vergogna, quello che mi ritrovai

davanti fu proprio il ragazzo che me lo aveva passato, del tutto voltato

verso di me, che mi vide inghiottirlo proprio sotto al suo sguardo sbigottito.

Alla fine riuscii a uscirne quantomeno viva.

Kryll non era rimasto soddisfatto quando aveva visto che tra le mani

stringevo il nulla.

Mi aveva rivolto un’occhiata sospettosa, poi mi aveva ordinato di non

distrarmi più e di proseguire.

Mi chiesi cosa avrebbe pensato se mi avesse vista in quel momento,

mentre mi allontanavo rapida lungo il marciapiede con le braccia strette al

busto come se avessi mal di pancia.

Quando fui abbastanza lontana, mi lanciai un’occhiata furtiva alle spalle.

Ero vicino al ponte; lì l’erba scendeva in pendii fino al fiume. Mi

inginocchiai e tirai giù la zip della felpa.

Lo scarabeo guizzò dentro il barattolo tra le mie mani. Lo osservai tra le

ciocche di capelli che mi grondavano accanto al viso.

«Non preoccuparti,» gli confidai come se fosse il nostro segreto, «ti ho

portato via da lì.»

Svitai il tappo, e poi lo posai a terra. Lui restò in fondo, troppo

terrorizzato per uscire.

«Vai,» sussurrai, «prima che qualcuno ti veda…» Ribaltai il barattolo e

lui cadde tra gli steli, ma non si mosse.

Lo guardai. Era piccolo, diverso. Molti lo avrebbero trovato disgustoso,

raccapricciante, io invece provavo solo pietà. Metà della gente non lo

avrebbe notato perché insignificante, l’altra lo avrebbe ucciso perché troppo

brutto ai loro occhi.

«Non puoi stare qui… ti faranno del male», sussurrai amaramente. «La

gente non capisce… Ha paura. Ti schiacceranno solo per non doverti

passare vicino.»

Il mondo non era abituato a vedere i diversi come noi. Ci chiudeva in

istituti solo per dimenticarci, ci teneva lontano, nella polvere, scordandosi

della nostra esistenza, perché era più comodo così. Nessuno voleva averci

intorno, il solo guardarci li metteva a disagio.

Io lo sapevo fin troppo bene.

«Avanti», grattai appena la terra vicino alle sue zampette e a quel punto

lui spalancò le ali: si sollevò nell’aria e sparì davanti ai miei occhi. Sospirai,

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