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Domm Erin - Fabbricante di lacrime

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Guardavo il mondo ancora con gli stessi occhi.

Reagivo con la stessa ingenuità.

Cercavo negli altri la luce come da piccola l’avevo cercata in Lei, senza

trovarla mai.

Ero una farfalla in catene.

E forse…

Lo sarei stata per sempre.

«Nica, stai bene?»

Billie mi fissava con il volto inclinato, i capelli cespugliosi tenuti indietro

da una fascia. Ero rimasta sveglia tutta la notte, cercando di non

sprofondare nei miei incubi, e il mio viso ne aveva risentito.

Il buio non mi dava pace. Avevo provato a lasciare la luce del comodino

accesa qualche volta, ma Anna se ne era accorta e, credendo in una mia

dimenticanza, era entrata in camera e me l’aveva spenta. Non avevo il

coraggio di dirle che avrei preferito dormire con una lucina accesa come

una bambina piccola.

«Sì», risposi. Cercai di sembrare naturale. «Perché?»

«Non so… Sei più pallida del solito.» I suoi occhi mi studiarono con

attenzione. «Sembri stanca… Non hai dormito bene?»

L’ansia mi tese come un filo. All’istante, un’agitazione ingiustificata

prese a muoversi dentro di me. Ero abituata a reazioni simili, spesso venivo

assalita da preoccupazioni esagerate che alimentavano la mia parte più

fragile e infantile. Era sempre così quando si trattava di quello.

Le mani sudavano, il cuore si tendeva come sul punto di strapparsi e

l’unico desiderio che avevo era che nessuno potesse vedermi.

«Va tutto bene», risposi con voce sottile. Mi chiesi se fossi suonata

convincente, Billie però sembrò crederci davvero.

«Se vuoi ti do la ricetta di un decotto rilassante», mi consigliò. «Nonna

me lo faceva da bambina… Dopo te la mando sul cellulare!»

Quando Anna mi aveva regalato un telefonino Billie mi aveva subito

chiesto di scambiarci i numeri, e mi aveva dato qualche dritta su come

configurarlo.

«Ti metto la farfalla», mi aveva informata salvando il mio nome nella sua

rubrica.

«Sono emoji», mi aveva spiegato vivace. «Vedi, nonna ha il mattarello. A

Miki ho messo il panda, ma quell’ingrata manco se lo merita. Lei mi ha

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