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Domm Erin - Fabbricante di lacrime

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«Buongiorno, Miki», la salutai dolcemente; lei mi lanciò un’occhiata

distratta come faceva ogni mattina, ma questa volta colsi una punta di

delicatezza dentro i suoi occhi.

«Già due rose rosse e la giornata deve ancora cominciare», la punzecchiò

Billie, mentre io aprivo il mio armadietto. «Scommetto che ne arriveranno

altre… tu che dici Nica?»

Mi fece gomito, voltandosi verso di me, poi mi rivolse uno sguardo

raggiante.

«Ehi, come sei colorata, oggi!» notò osservandomi per intero.

Pizzicai le maniche della camicetta che indossavo. Mi venne da sorridere,

contenta di non aver più addosso tutto quel grigio.

«Anna mi ha preso tante cose nuove», risposi, e vidi Miki lanciarmi

un’occhiata addosso.

«Oh, mi piacciono tutti questi colori! Chissà forse anche tu riceverai una

bella rosa rosso fiammante…»

«Andiamo in classe», ringhiò Miki con una energia che di prima mattina

solitamente non aveva. «Se sento un’altra parola giuro che ti…! Ehi!

Mollalo subito!»

Billie si strappò via, monella, e prima che potessi capire allungò

velocemente una mano e sfilò il lucchetto anche dal mio armadietto.

«Questi li tengo io! Ah!» esordì vittoriosa. «Avanti! Per il Garden Day lo

fanno tutti!»

«Tu non vuoi morire», sibilò Miki con occhi di fuoco.

«Suvvia, incoraggio solo qualche timido ammiratore! Chissà quanti fiori

potresti trovarci a fine lezione…»

«Mi sbagliavo. Vuoi proprio una fine atroce.»

La risata vivace di Billie mi riempì le orecchie prima di notare una

presenza inconfondibile davanti alla segreteria, una figura che calamitò i

miei occhi.

Rigel uscì dalla porta e si infilò nel corridoio.

Camminò tra le persone, aprendole come acqua, lo sguardo ben saldo

davanti a sé.

Lo fissai senza nemmeno rendermene conto. Trasudava sempre quella

sicurezza sprezzante, come se fosse consapevole del mondo e allo stesso

tempo volutamente lo ignorasse. Sapeva di attirare occhiate fameliche e

intimorite, il suo portamento fiero catturava l’attenzione, tuttavia non le

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