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Domm Erin - Fabbricante di lacrime

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9. Rose e spine

“Lo sai cosa rende le rose così belle?

Le spine.

Non c’è nulla di più splendido

di qualcosa che non puoi stringere tra le dita.”

Erin Doom

Un mancamento per il caldo e l’emozione.

La sensazione di svenire.

Avevo spiegato così ciò che era successo al centro commerciale,

nascondendo le mie reazioni come meglio avevo potuto. Avevo cercato di

tenere a freno l’allarme inviato dal mio corpo, contenendomi con tutte le

forze che avevo, e dopo averla rassicurata molte volte Anna alla fine mi

aveva creduta.

Avevo scoperto che non mi piaceva mentirle, ma non potevo fare

altrimenti. L’idea di dirle la verità mi provocava un malessere nauseabondo

che mi toglieva il respiro. Non potevo farlo e basta.

Non potevo dirle cosa mi avesse causato quelle sensazioni, perché

venivano da profondità in cui nemmeno io avrei voluto addentrarmi.

«Nica?» sentii il lunedì mattina.

Anna era sulla soglia. I suoi occhi erano sempre limpidi come pezzi di

cielo. Una parte di me desiderò che lei non mi vedesse mai più come mi

aveva visto quel pomeriggio.

«Che cerchi?» mi chiese, vedendomi rovistare sulla scrivania. Sapevo

che aveva preso per vero ciò che le avevo detto, questo tuttavia non le

impediva di preoccuparsi per me.

«Oh, niente, solo… una foto», mormorai, ancora un po’ in imbarazzo con

lei. «L’altro giorno la mia amica me ne ha data una e… non riesco a

trovarla…»

Non potevo crederci. Billie me l’aveva appena regalata e io l’avevo già

persa?

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