Agricoltura n.102 - Luglio 2022
Agricoltura > 102VERSO LA NUOVAPOLITICA AGRICOLAE DI SVILUPPORURALE 2023-20272> A cura di: Stefano Aimone Ires Piemonte -Francesca Toffetti, Valentina Archimede,Direzione Agricoltura e cibo Regione PiemonteNei prossimi mesi prenderà definitivamente forma la PAC2023-27, la Politica agricola comune che rappresenta lostrumento europeo più importante di sostegno per il compartoagricolo e per lo sviluppo rurale. Come noto, la PAC2023-27 arriverà con due anni di ritardo rispetto ai consueticicli di programmazione, a causa delle difficoltà innescatedalla pandemia, e ai rallentamenti dovuti alle elezioni europeedel 2019 che hanno mutato gli equilibri politici del Parlamentoe della Commissione.Il nuovo ciclo porta con sé alcuni importanti cambiamenti,che possono essere così riassunti:ogni Paese membro presenta un unico Piano Strategicodella PAC (PSP) a livello nazionale, comprendente tutte lelinee di intervento relative sia al cosiddetto Primo Pilastro(aiuti diretti e interventi settoriali) sia al Secondo Pilastro(misure di sviluppo rurale). È importante sottolineare chequeste ultime, nei cicli di programmazione precedenti,sono sempre state gestite dalle Regioni attraverso i PSR(Programmi di sviluppo rurale), quindi il cambiamento diapproccio è duplice: un diverso peso nazionale rispetto aquello delle Regioni e una integrazione dei due “pilastri”in un unico strumento, inoltre i tempi vincolanti tra l’impegnodelle risorse e la loro liquidazione saranno ridotti (ilcosiddetto N+2);si allarga la gamma di obiettivi strategici (in totale sono10) includendo nel prossimo ciclo anche la sicurezza alimentare(con particolare riferimento ai rischi per la salute)e il contrasto allo spreco alimentare, l’importanza delsistema della conoscenza e dell’innovazione (“Akis”) e ilrequisito, del tutto nuovo, della condizionalità sociale legataalle condizioni di lavoro in agricoltura;si introduce un nuovo modello di gestione fortementeorientato ai risultati.Il passaggio dalla gestione regionalizzata delle misure di svilupporurale al nuovo PSP potrebbe garantire una migliorearmonizzazione tra i diversi strumenti, in particolare quelliche riguardano le ricadute ambientali, costruendo così un’architetturaverde più efficace.Tuttavia in un contesto istituzionale come quello italiano nelquale l’agricoltura è materia di pertinenza regionale, l’introduzionedel PSP ha causato perplessità iniziali e lunghi processidecisionali per arrivare a definire il ruolo delle Regioninell’articolazione e attuazione del Piano.SINERGIE TRA STRUMENTI TERRITORIALIUn altro importante aspetto delle misure di sviluppo ruraleè che molte di queste hanno, in modo diretto o indiretto,una forte ricaduta territoriale: ad esempio sono previsti interventiper le foreste, le piccole imprese delle aree rurali, leinfrastrutture, così come saranno attivati i Gruppi di AzioneLocale (GAL) che attueranno parte delle misure all’interno dipiani di sviluppo centrati sui bisogni dei propri territori. Nascequindi un’ulteriore sfida: quella dell’armonizzazione strategicaed operativa tra il PSP e l’ampia schiera di linee di interventorivolte allo sviluppo locale che stanno prendendo forma grazieal PNRR (ad esempio il rilancio della Strategia per le AreeInterne, le Green Communities, le Comunità Energetiche e gliSmart Villages), così come le misure dedicate ai territori previstedal prossimo POR FESR solo per citare le principali.IL COMPLEMENTO REGIONALEAL PIANO NAZIONALEIn questi mesi prosegue il negoziato tra Commissione europeae Ministero sull’approvazione formale del PSP (Pianostrategico della PAC) per l’Italia. L’Unione europea, che nelfrattempo ha varato il Green Deal, punta molto sul rafforzamentodegli strumenti ambientali, la cui applicazione dovràtuttavia tenere conto del delicato contesto socio-economicoper il comparto agricolo dovuto alla pandemia e al conflittorusso-ucraino.Per rispondere alle peculiarità del contesto italiano, il PSPsarà integrato da complementi di programmazione regionaleche, pur non entrando probabilmente nel processo negozialecon la Commissione europea, conterranno le scelte strategichee tecniche che ogni Regione vorrà adottare relativamentealle misure di sviluppo rurale. Le Regioni manterranno, inoltre,il ruolo di Autorità di gestione per le misure di propriacompetenza. Si prospetta tuttavia la necessità di armonizzarei sistemi di monitoraggio e pagamento in un contesto in
cui alcune Regioni dispongono di propri Organismi pagatorimentre altre si appoggiano all’Ente Nazionale (Agea).In questo momento, la Regione Piemonte sta intensamentelavorando all’elaborazione di una proposta di strategia e diinterventi per costruire il proprio “Complemento regionale”attivando al suo interno focus group tematici con il supportodi esperti e valutatori. Compatibilmente con lo stato di avanzamentodei lavori nazionali, si ipotizza un percorso secondocui, dopo il confronto con il partenariato, la proposta verràinviata al Ministero per le Politiche Agricole che, secondo ilnuovo modello di governance, dovrà verificarne coerenza eomogeneità con il PSP; ottenuto questo benestare, il documentosarà infine approvato con atto formale. L’approvazionedel Complemento regionale dovrà comunque essere successivaal quella del PSP.Entro la fine dell’anno o i primi mesi del 2023 sia il PSP chei Complementi regionali dovrebbero prendere la loro formadefinitiva per partire con l’attuazione dei primi interventi,anche se restano da chiarire numerosi meccanismi organizzativie operativi anche nel rapporto tra Regioni e Ministero.IL CONTESTO E LA GUERRARUSSIA - UCRAINALa fiammata inflattiva che ha preso avvio negli ultimi mesi del2021 e le gravi ricadute della guerra tra Russia e Ucraina suimercati delle materie prime, hanno riacceso l’attenzione su unaspetto della sicurezza alimentare – la food security, ovvero lasufficiente disponibilità di cibo – che è il principio fondatore dellaPAC. Se la crescita dei costi di produzione e di spesa alimentareper le famiglie è un serio problema per i coltivatori e i cittadinieuropei, nei Paesi più poveri la situazione sta assumendo tonidrammatici, anticipando quello che, soprattutto per effetto delcambiamento climatico, potrà essere il nuovo status quo.La situazione sta imponendo alcune misure di emergenza (adesempio la rimessa in coltivazione di terreni “messi a riposo”per ragioni ambientali) ma in un’ottica non contingentel’Unione Europea conferma la sua strategia che punta ad unariduzione degli input chimici ed energetici (parte dei quali arrivanoproprio dalle aree in conflitto, oltre a rappresentare unavoce di costo crescente) sostenendo al tempo stesso la produttivitàgrazie all’innovazione tecnologica, in particolare con la digitalizzazionee l’agricoltura di precisione. In questo modo dovrebbeessere possibile contemperare le necessarie misure perguidare il sistema agroalimentare lungo la transizione ecologico-climaticasenza mettere a rischio la sicurezza alimentare.LE ULTIME MODIFICHE AL PSR ATTUALEÈ stata trasmesso ufficialmente alla Commissione europeala versione del PSR 2014-22 comprensiva delle modificheesaminate dal Comitato di sorveglianza nel mese di maggio2022. La proposta di modifica riguarda l’inserimentoall’interno dell’Operazione 5.1.1 (prevenzione danni biotici)di una nuova Azione 3 dedicata al contrasto dell’emergenzaPeste suina africana (investimenti per la biosicurezza degliallevamenti), oltre ad alcune variazioni finanziarie di modestaentità finalizzate sia all’apertura del bando su tale nuovaAzione (ca. 5,4 milioni di euro), sia all’ottimale gestionedegli altri bandi e iniziative in corso sulle varie misure.In particolare: 3 milioni di euro per la Misura 10 (pagamentiagroambientali) e 1 milione di euro sull’Operazione1.2 (informazione agricola) per la prosecuzione del progettoSERIA (monitoraggio dati agroclimatici a supporto degliagricoltori). Considerata l’urgenza attuativa di tali misure,sulla base dei regolamenti comunitari, l’Autorità di Gestionene ha stabilito l’applicazione condizionata nelle moredell’approvazione ufficiale da parte della Commissione.PAGAMENTI AGROAMBIENTALI:I RISULTATI 2021La Regione Piemonte ha raggiunto l’obiettivo prioritario dipagare alle aziende agricole che operano sul territorio regionaleil 95% degli importi richiesti nel 2021 per i pagamentiagro-climatico-ambientali (misure 10, 11, 13). In particolare,la campagna 2021 ha visto raggiungere il traguardo del98% degli importi richiesti, raggiunto con 6 mesi di anticipo.In collaborazione con l’Agenzia regionale piemontese perle erogazioni in agricoltura (Arpea) sono state predisposteliquidazioni per 25,7 milioni di euro; all’importo citatovanno aggiunti 57 milioni di euro liquidati a titolo dianticipo nel mese di novembre 2021.Se la performance non fosse stata raggiunta, sarebbescattato il “disimpegno”, cioè la restituzione all’Unioneeuropea di una quota di risorse concesse, se non speseentro i termini stabiliti. Infatti ai sensi dell’art. 75 del regolamento(UE) n. 1306/2013 a partire dalla campagna2019 del PSR è diventato obbligatorio pagare il 95% dellemisure a superficie entro il 30 giugno dell’anno successivoe il 98% entro il 31 dicembre dell’anno successivo.3Tab. 1 – Situazione complessiva con un dettaglio per le singole Misure e le domande istruite e concluse alla data del21/06/2022MisuraDomandepresentateImporto richiesto(€)DomandeistruiteImporto liquidato(€)% domandeliquidate% importoliquidato10 8.150 55.231.307,93 7.887 54.210.467,50 96,77 98,1211 1.491 11.605.112,00 1.415 11.467.534,00 94,90 98,7413 6.019 16.710.155,58 5.834 16.532.973,98 96,93 98,91Totale 15.660 83.546.575,51 15.136 82.210.975,48 96,65 98,40
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VERSO LA NUOVA
POLITICA AGRICOLA
E DI SVILUPPO
RURALE 2023-2027
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> A cura di: Stefano Aimone Ires Piemonte -
Francesca Toffetti, Valentina Archimede,
Direzione Agricoltura e cibo Regione Piemonte
Nei prossimi mesi prenderà definitivamente forma la PAC
2023-27, la Politica agricola comune che rappresenta lo
strumento europeo più importante di sostegno per il comparto
agricolo e per lo sviluppo rurale. Come noto, la PAC
2023-27 arriverà con due anni di ritardo rispetto ai consueti
cicli di programmazione, a causa delle difficoltà innescate
dalla pandemia, e ai rallentamenti dovuti alle elezioni europee
del 2019 che hanno mutato gli equilibri politici del Parlamento
e della Commissione.
Il nuovo ciclo porta con sé alcuni importanti cambiamenti,
che possono essere così riassunti:
ogni Paese membro presenta un unico Piano Strategico
della PAC (PSP) a livello nazionale, comprendente tutte le
linee di intervento relative sia al cosiddetto Primo Pilastro
(aiuti diretti e interventi settoriali) sia al Secondo Pilastro
(misure di sviluppo rurale). È importante sottolineare che
queste ultime, nei cicli di programmazione precedenti,
sono sempre state gestite dalle Regioni attraverso i PSR
(Programmi di sviluppo rurale), quindi il cambiamento di
approccio è duplice: un diverso peso nazionale rispetto a
quello delle Regioni e una integrazione dei due “pilastri”
in un unico strumento, inoltre i tempi vincolanti tra l’impegno
delle risorse e la loro liquidazione saranno ridotti (il
cosiddetto N+2);
si allarga la gamma di obiettivi strategici (in totale sono
10) includendo nel prossimo ciclo anche la sicurezza alimentare
(con particolare riferimento ai rischi per la salute)
e il contrasto allo spreco alimentare, l’importanza del
sistema della conoscenza e dell’innovazione (“Akis”) e il
requisito, del tutto nuovo, della condizionalità sociale legata
alle condizioni di lavoro in agricoltura;
si introduce un nuovo modello di gestione fortemente
orientato ai risultati.
Il passaggio dalla gestione regionalizzata delle misure di sviluppo
rurale al nuovo PSP potrebbe garantire una migliore
armonizzazione tra i diversi strumenti, in particolare quelli
che riguardano le ricadute ambientali, costruendo così un’architettura
verde più efficace.
Tuttavia in un contesto istituzionale come quello italiano nel
quale l’agricoltura è materia di pertinenza regionale, l’introduzione
del PSP ha causato perplessità iniziali e lunghi processi
decisionali per arrivare a definire il ruolo delle Regioni
nell’articolazione e attuazione del Piano.
SINERGIE TRA STRUMENTI TERRITORIALI
Un altro importante aspetto delle misure di sviluppo rurale
è che molte di queste hanno, in modo diretto o indiretto,
una forte ricaduta territoriale: ad esempio sono previsti interventi
per le foreste, le piccole imprese delle aree rurali, le
infrastrutture, così come saranno attivati i Gruppi di Azione
Locale (GAL) che attueranno parte delle misure all’interno di
piani di sviluppo centrati sui bisogni dei propri territori. Nasce
quindi un’ulteriore sfida: quella dell’armonizzazione strategica
ed operativa tra il PSP e l’ampia schiera di linee di intervento
rivolte allo sviluppo locale che stanno prendendo forma grazie
al PNRR (ad esempio il rilancio della Strategia per le Aree
Interne, le Green Communities, le Comunità Energetiche e gli
Smart Villages), così come le misure dedicate ai territori previste
dal prossimo POR FESR solo per citare le principali.
IL COMPLEMENTO REGIONALE
AL PIANO NAZIONALE
In questi mesi prosegue il negoziato tra Commissione europea
e Ministero sull’approvazione formale del PSP (Piano
strategico della PAC) per l’Italia. L’Unione europea, che nel
frattempo ha varato il Green Deal, punta molto sul rafforzamento
degli strumenti ambientali, la cui applicazione dovrà
tuttavia tenere conto del delicato contesto socio-economico
per il comparto agricolo dovuto alla pandemia e al conflitto
russo-ucraino.
Per rispondere alle peculiarità del contesto italiano, il PSP
sarà integrato da complementi di programmazione regionale
che, pur non entrando probabilmente nel processo negoziale
con la Commissione europea, conterranno le scelte strategiche
e tecniche che ogni Regione vorrà adottare relativamente
alle misure di sviluppo rurale. Le Regioni manterranno, inoltre,
il ruolo di Autorità di gestione per le misure di propria
competenza. Si prospetta tuttavia la necessità di armonizzare
i sistemi di monitoraggio e pagamento in un contesto in