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Storie per kids<br />
L’albero di albicocche<br />
C’era una volta una famiglia di topolini che amava molto la frutta.<br />
Erano topolini agricoltori, gran lavoratori e ogni giorno cercavano di<br />
riuscire in un’impresa. Volevano fare qualcosa che nessun altro topo<br />
al mondo era riuscito a fare in agricoltura.<br />
Un giorno, finalmente, riuscirono a piantare un albero bellissimo.<br />
Quell’albero era proprio il cocco dei topolini, lo adoravano, lo<br />
accarezzavano tanto era bello. Così decisero di chiamarlo albicocco.<br />
L’albero era così bello e prezioso che, per proteggerlo, lo coprirono<br />
con una cupola di vetro collegata ad un sistema di allarme. E,<br />
serenamente, i topolini andarono a dormire.<br />
Il giorno dopo, appena svegli, i topolini andarono a vedere l’albero<br />
e si accorsero che durante la notte sui rami erano spuntati frutti<br />
bellissimi di color arancione. Erano frutti pelosi, molto particolari.<br />
I topolini danzarono felici vicino all’albero fino a sera e poi<br />
andarono a dormire, dimenticando però di mettere la cupola di vetro<br />
a protezione dell’albero!<br />
E proprio quella notte accadde un pasticcio.<br />
Durante la notte, infatti, un folletto cattivo aveva distrutto tutti i<br />
frutti dell’albicocco e tagliato alcuni rami.<br />
Quando la mattina dopo i topolini andarono a controllare l’albero, si<br />
misero a piangere. Che disastro! Il loro prezioso albero era andato<br />
distrutto.<br />
Per tutto il giorno rimasero tristi e silenziosi. Chi era stato? Come<br />
scoprirlo?<br />
Pensarono a un piano: quella notte si sarebbero nascosti in un<br />
cespuglio, vicino all’albero di albicocco, e se qualcuno fosse venuto<br />
a fare danni, lo avrebbero preso con le mani nel sacco!<br />
Il piano dei topini funzionò! Durante la notte il folletto ritornò<br />
per finire il suo lavoro ma non fece in tempo a fare danni perché i<br />
topolini saltarono fuori urlandogli contro: «Folletto cattivo! Perché<br />
tagli il nostro albero? Il nostro amato albicocco!»<br />
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