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51 giorni senza scuse (Italian - Rich Gaspari

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GIORNO 3 TOCCARE IL FONDO

Avevo raggiunto pressappoco tutto quello che mi ero promesso nel bodybuilding agonistico. I

miei titoli comprendono il Mr. America (oggi conosciuto come NPC Nationals), il Mr. Universo, il

Mr. World Professionisti, il primo Arnold Schwarzenegger Classic e troppi altri da elencare qui.

Certo, avevo avuto alcune delusioni. Per tre volte ero arrivato secondo per il massimo e più ambito

titolo del bodybuilding professionistico: il Mr. Olympia. Ma se arrivi secondo dietro a Lee Haney, un

vero talento della natura oltre che amico e compagno d’allenamento per tanti anni, allora puoi sempre

essere soddisfatto, sapendo che ti sei impegnato al massimo. E io sapevo di essermi impegnato al

massimo.

Era il 1993. Mi ero infortunato ed era chiaro che la mia carriera professionistica fosse terminata.

Avevo aperto una palestra che mi succhiava tutti i soldi (e non potevo neanche dire che avevo

guadagnato moltissimo da professionista). Non mi ero preparato bene per la transizione da atleta a

uomo d’affari. Non avevo studiato a fondo come fare un business plan. Non conoscevo i veri costi

della gestione di un’azienda. Penso di avere creduto che mi bastasse avere una forte etica del lavoro

ed essere ottimista. I numeri che indicavano il saldo in fondo all’estratto bancario sia del mio conto

personale sia di quello lavorativo scendevano più rapidi di quanto potessi accorgermene. Dovevo

sbarazzarmi della proprietà della palestra ma non riuscivo a trovare un acquirente. Le cose

peggiorarono rapidamente. Con mio grande imbarazzo, arrivai al fallimento.

Eccomi a 34 anni che tornavo a vivere con i genitori, cominciando da capo. Provavo pena per

me stesso, ma non durò a lungo. Non ero stato cresciuto così. Mi concentrai sul lento e doloroso

processo di ripresa. Lavoravo come personal trainer e, in aggiunta, vendevo integratori. Considerati

gli anni come bodybuilder e tutto quello che avevo imparato sia per esperienza diretta sia per la mia

insaziabile voglia di studiare nutrizione, cominciai a lavorare con un fornitore per sviluppare

integratori di mia concezione. Ritenevo che fosse arrivato il momento di ammodernare il settore.

Dopo sette-otto mesi stavo indubbiamente muovendomi meglio verso la ricostruzione delle mie

finanze e di un mio nuovo business. Iniziai a vedere la luce in fondo al tunnel. Non passò molto tempo

che mi espansi dalla cantina della mamma occupando anche il garage. Serviva da deposito. Non ti

sembrerà chissà cosa, ma io ero incredibilmente fiero del progresso.

Poi un giorno la casa di mia madre prese fuoco a causa di un problema all’impianto elettrico e fu

completamente rasa al suolo. Grazie a Dio era assicurata e mia madre potette ricostruire la casa oltre

a ricomprare le suppellettili. Io, però, avevo perso tutti i ricordi delle gare e l’intero inventario di

integratori (che non era assicurato). Prima di scuotere la testa e alzare gli occhi al cielo, ricordati che

ti ho già detto che ancora non ero diventato un uomo d’affari! Adesso sono più accorto. Ora ci

ripenso e rido di me stesso. Ma allora non c’era niente da ridere. Ero caduto dalla padella alla

brace!

Finirò di raccontare la storia di come ho creato il mio business un’altra volta (è una bella storia)

e ti dirò cosa feci per ricostruirlo da capo. Ora voglio che tu fissi in mente un’altra cosa. È la mia

definizione di “vincente”. Un vincente, per me, è chi si rialza dopo che è stato buttato giù. Perfino se

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