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51 giorni senza scuse (Italian - Rich Gaspari

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GIORNO 50 LA TUA PRIORITÀ ASSOLUTA

Nel numero di giugno 2011 di Muscle Sport, Joe Pietaro, mio grande amico ed eccellente

giornalista, mi chiese a bruciapelo ciò che molte persone si stavano domandando: “Torni

all’agonismo?”. C’eravamo visti alla mia celebrazione per la Muscle Beach Hall of Fame e non era

un segreto che mi allenassi per la copertina di Iron Man. Sebbene dicessi il contrario, girava voce

che sarei tornato a gareggiare.

A vent’anni, nel 1985, ero stato battuto clamorosamente da Albert Beckles. Lui aveva 50 anni.

Sapevo, per averlo testimoniato in prima persona, che è possibile gareggiare a 48 anni. Tuttavia Joe

e gli altri pensavano che fosse più che probabile che tornassi come Master per competere con alcuni

ottimi amici e rivali dei miei anni gloriosi. Quando vidi l’elenco delle leggende che avevano detto di

prendere parte alla competizione di dicembre 2011, l’IFBB Pro World Master Championship a

Miami Beach, ci ripensai. Sarebbe stato stupendo esserci, lottare e posare accanto a grandi come

Ronnie Coleman, Samir Bannout, Dexter Jackson, Stan Frydrych, Andreas Cahling, Chris Cormier,

Pavol Jablonicky, Roland Czuirlock, Toney Freeman, Troy Alves, Dennis James, Darrem Charles,

Gary Strydom, Lee Apperson, Bill Wilmore, Lawrence Hunt e altri. Inoltre presentava l’evento il mio

caro amico Shawn Ray.

Chi lo sa, se ci fosse stato sul palco anche Lee Haney, avrei potuto cambiare idea per provare a

batterlo ancora una volta. Siamo come fratelli, ma tutti sappiamo che i fratelli alle volte possono

litigare. Il circuito Pro Masters non ha avuto una grande attrattiva sui fan negli ultimi anni, ma è

sempre forte e popolare, con un gran potenziale di crescita. Nell’ultimo anno poi c’è stato il più

strepitoso line-up. Fui onorato che Joe mi disse che avrei potuto aggiungere valore ai Masters.

Perciò il mio non è un “no” categorico per acquietare la questione per sempre. Credo che non si

possa mai dire mai. Va bene, scherzo quando dico così, ma ritengo di avere già avuto il mio momento

di gloria come agonista. Alle volte tutto ciò mi manca da pazzi, ma quell’era si è conclusa per Rich

Gaspari. Forse potrei organizzarmi con alcuni amici e “esibirci come ospiti” a qualche gara, ma i

giorni come agonista di bodybuilding sono terminati. E il motivo è semplice. Non mi manca la voglia

di raggiungere il top della forma. Penso di averlo dimostrato in quest’ultimo anno. Ho raggiunto una

forma migliore di quella che chiunque si aspettasse… e l’ho mantenuta. Credo di essere abbastanza

intelligente e previdente per evitare gli infortuni che mi hanno afflitto negli ultimissimi anni della mia

carriera da professionista, quindi non è per paura di farmi male. Non ho perso una scintilla di

passione per lo sport che amo. Quindi, il mio problema non è la mancanza d’interesse.

In parole semplici: amo quello che faccio. Mi appassiona fare crescere la mia azienda. Gareggio

al massimo ogni giorno. Fare in modo che uno staff assai competente spinga nella medesima

direzione è probabilmente la più grossa sfida che abbia mai affrontato nella mia vita lavorativa da

adulto. Non è perché i miei dipendenti siano privi di motivazione e idee: è l’opposto. Ho una pariglia

di cavalli da guerra pronta ad andare quotidianamente in battaglia. Hanno più ottime idee di quelle

che io posso seguire. Mi sento come il cowboy, nello spot pubblicitario di un paio d’anni fa, che

doveva dirigere una mandria di conigli. Il mio team è intelligente, veloce e agile. Per questo devo

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