51 giorni senza scuse (Italian - Rich Gaspari

20.06.2022 Views

GIORNO 24 IL CONSIGLIO PER OGGIMangiare fuori di casa è complicato ma non impossibile. Ormai anche i fast food hanno pollogrigliato e insalata. Stai comunque attento alle salse e ai condimenti per evitare di sgarrare.

GIORNO 25 “NON PUOI FARLO” E ALTRI DISCORSIMOTIVAZIONALIHo sempre saputo, durante la crescita, che ero amato e che la famiglia mi appoggiava. È stata unabella sensazione allora e pure in seguito, quando nella vita le cose non sono andate tanto bene. Nonposso ringraziare a sufficienza i miei genitori. Il fatto però che mio padre mi amasse, non vuol direche la convivenza fosse sempre facile. Lui aveva in testa il suo programma di bodybuilding per me.Si chiamava: “lavoro duro in cantiere come muratore”. Faceva il muratore, perciò conoscevasenz’altro un metodo infallibile per farmi diventare forte. Sono fiero di mio padre e non mi ritengosuperiore al lavoro manuale, ma non era ciò che volevo. Io ero incantato dal mondo delbodybuilding.La prima volta che mostrai a mio padre le foto di Lou, Arnold, Franco, Samir e altri perspiegargli come mai mangiassi dozzine di uova e bevessi quattro litri di latte al giorno, la suaimmediata risposta fu: “Non puoi farlo”. Quando scoprì che andavo di nascosto nella sala pesi dellaRutgers University, non disse altro che: “Non puoi farlo”. Quando lasciai la Rutgers prima deldiploma per seguire il mio sogno e vivere da culturista in California, la capitale del mondo delbodybuilding, ancora una volta mi disse: “Non puoi farlo”.Il problema per mio padre era che mi aveva cresciuto per essere indipendente, per avere buoneopportunità e per lavorare sodo. Ecco perché le sue parole non mi scoraggiarono e, va da sé, non erod’accordo con la sua idea. Posso onestamente dire che quando mi ripeteva “Non puoi farlo”, netraevo un’incredibile motivazione. Non mi arrabbiavo.Non cercavo di vendicarmi. Però avevo il desiderio di mostrargli che si sbagliava. Volevo chefosse fiero di me. E ci sono riuscito.Quando diventai professionista e alcuni giornalisti, insieme ad altri concorrenti, dissero che nonpotevo diventare un campione perché ero troppo piccolo, devo ammettere che parte della miamotivazione arrivò dal volere dimostrare loro che si sbagliavano. Non ho mai sprecato tanta energiaemotiva per quelle cose, ma mentirei se dicessi che non provavo soddisfazione sentendo dire che nonpotevo e poi spiegare loro come invece c’ero riuscito.La motivazione viene da varie parti. La più importante e la migliore è dall’interno, legata a sognie aspirazioni. Tuttavia ognuno ha bisogno ogni tanto di un po’ di motivazione in più, con una parola diincoraggiamento dall’allenatore, dal capo, da un genitore, da un amico o da un concorrente. Sonosicuro che ti viene in mente qualcuno che ha avuto quel genere di impatto sulla tua vita. Nondimenticare di contraccambiare il favore e incoraggiare gli altri.La bella notizia è che possiamo trasformare ogni negatività che ci troviamo ad affrontare in unospunto per motivarci. Sono cresciuto ai tempi in cui mio padre usava la cintura per convincermi. Lapaura di essere punito mi motivava sicuramente. Un rimprovero, una scarsa resa al lavoro, un bruttovoto a un esame, le parole cattive di qualcuno… i cosiddetti esperti oggigiorno tremano all’idea diconfrontarsi in maniera negativa. Sono terrorizzati di rovinare l’autostima e mandare in tilt una sana

GIORNO 24 IL CONSIGLIO PER OGGI

Mangiare fuori di casa è complicato ma non impossibile. Ormai anche i fast food hanno pollo

grigliato e insalata. Stai comunque attento alle salse e ai condimenti per evitare di sgarrare.

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