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STORIA VINO SUL CARSO DI SAGRADO

I primi documenti storici sull'acquisto di " Vitis Vitifera" da impiantare a Sagrado nelle terre di proprietà dei Della Torre Valsassina, risalgono al 1578...quindi circa 500 anni fa. Lo storico dei Della Torre, l'Abbè Rudolf Pikler, citando il vino Pucinum dell'imperatrice Livia, in Historie Naturalis, diceva che anche Lui beveva di quel "nettare" alla tavola della Serenissima Teresa Della Torre Valsassina-Hofer, che proveniva da un loro vigneto da un "trar d'arco di là nascosto". Deduciamo che di queste terre vocate per vino ed olio, si parlava già dal 70 d.c. con Plinio il Vecchio.

I primi documenti storici sull'acquisto di " Vitis Vitifera" da impiantare a Sagrado nelle terre di proprietà dei Della Torre Valsassina, risalgono al 1578...quindi circa 500 anni fa.
Lo storico dei Della Torre, l'Abbè Rudolf Pikler, citando il vino Pucinum dell'imperatrice Livia, in Historie Naturalis, diceva che anche Lui beveva di quel "nettare" alla tavola della Serenissima Teresa Della Torre Valsassina-Hofer, che proveniva da un loro vigneto da un "trar d'arco di là nascosto". Deduciamo che di queste terre vocate per vino ed olio, si parlava già dal 70 d.c. con Plinio il Vecchio.

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A fronte

Le copertine dei quattro

volumi del Libro confessore

di Raimondo IX pervenuti

fino ai nostri giorni. Si tratta

di quattro quaderni rilegati in

cui il conte annotava spese,

entrate, contratti, viaggi.

Coprono il periodo tra il 1777

e il 1802. (A.S.T., Fondo Della

Torre Tasso, b. 247.1).

Giovanni Battista II, figlio del fratello Raimondo Bonifacio. Il 19 marzo

1745 il conte completò l’opera vendendo a Giovanni Battista tutto il

residuo dell’urbario con la giurisdizione della villa e l’uso del palazzo 21 .

Da quel momento in poi, considerato il valore delle terre e la loro relativa

appetibilità, dovette sorgere un contenzioso tra gli eredi di Giovanni

Filippo e Giovanni Battista, tanto che nel Catasto Teresiano 22 , redatto

nei primi anni Cinquanta del Settecento, la giurisdizione del villaggio

è attribuita agli eredi di Giovanni Filippo e non a Giovanni Battista,

mentre i beni risultano essere in parte di proprietà di quest’ultimo e

in parte dei primi. È interessante sottolineare anche come nello stesso

catasto il palazzo dominicale venga descritto inabitato e di proprietà per

metà degli eredi di Giovanni Filippo e per metà di Giovanni Battista II.

I contenziosi, durati diversi decenni, videro anche la partecipazione

di Giuseppe I, fratello di Giovanni Battista; si risolsero quando, negli

anni Settanta del Settecento, i beni della linea di Francesco Ulderico,

a cui appartenevano i discendenti di Giovanni Filippo II, e i beni della

linea di Raimondo Bonifacio, a cui appartenevano Giuseppe I e Giovanni

Battista II, confluirono tutti nel patrimonio del figlio di quest’ultimo, il

conte Raimondo IX Della Torre.

Raimondo amò profondamente Sagrado, nel suo Libro Confessore 23

chiamava questa terra la mia Sagrado e fu qui che volle costruire la

sua dimora, preferendola alle altre pur belle e suggestive sedi quali il

castello di Duino, il palazzo di San Giovanni al Timavo, la villa Studeniz

di Gorizia, il castello di Vipulzano e il palazzo di Gradisca. Egli, a

21

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