OPUSCOLO FESTIVAL 2004 - Campus Internazionale di Musica

CONCERTI DEL COMPRENSORIO AURUNCO
A CURA DI ROBERTO PROSSEDA
28 28 luglio
MERCOLEDÌ ore 21.00
Lenola, Maria Santissima del Colle
FOLK ROSE
Carla Cristofanilli voce, nacchere e tamburo
Katia Onofri flauto e voce
Cristiano Lui fisarmonica e tastiere
Lorenzo Di Masa chitarra acustica e basso
Paolo Capasso mandolino, bouzouki e violoncello
Carmine Pongelli percussioni e tammorra
“Danze e melodie popolari della tradizione musicale italiana”
Tarantella del ‘600
Saltarello di Priverno
Sotto l’albero del Piemonte
Drago rosso
Coraggio ben mio
Stornelli di questua di maggio
Manfrine e ‘Intriccicapiedi
O guarracino
Riturnella
La fiola dal paisan
Maria te chiammi tu
Cu fimmine
Pizzica
Kali nifta
Tarantella dell’avena
La band dei “Folk Rose”, gruppo di musica tradizionale ed
etnica, presenta una raccolta di celebri danze e melodie popolari
tratte dalla tradizione musicale italiana, con particolare
riferimento al centro-sud dell’Italia. Il programma di questa
sera è una selezione di tarantelle, tammuriate, canti d’amore,
gighe e manfrine italiane. Il timbro dell’ensemble è frutto di
sonorità cangianti e di contaminazioni che si sovrappongono al
gusto più genuino della tradizione orale italiana, ricreando con
voci e strumenti la bellezza dei suoni naturali.
Il brano di apertura del concerto di questa sera è una Tarantella
tradizionale campana del ‘600, originariamente senza testo che,
come da tradizione, viene accompagnata da un canto monodico,
la “fronna”. La Tarantella è una danza popolare dell’Italia
meridionale, il cui nome deriva dalla città di Taranto, o, più
probabilmente, è legato al nome del ragno taranta, contro il cui
morso sarebbe nato come terapia coreutico-musicale. In tempo
6/8, è diffusa in tutta l’Italia centro-meridionale, ma si è innestata
in particolar modo sulla tradizione napoletana e dell’entroterra
campano.
La “Tarantella dell’avena” di derivazione pugliese, associata
alla mietitura, chiude questo viaggio musicale dedicato alle
danze e melodie popolari della tradizione italiana. Il
“Saltarello di Priverno” è un ballo di corteggiamento caratteristico
dell’Italia centrale in ritmo ternario, vivace ed allegro,
scandito dalla fisarmonica e dal tamburello (il saltarello bolognese
e romagnolo è assai differente e utilizza il ritmo binario).
“Sotto l’albero del Piemonte” è una melodia ispirata ad un
mito popolare dell’Italia del nord: il ratto del potente, il re, che
rapisce una giovane bella ma povera, la quale si riscatta così
dalla propria condizione di miseria. “O Guarracino”, anonimo
di ispirazione colta, narra di vicende tra pesci, in riferimento ai
tafferugli nei vicoli dei bassifondi napoletani. “Coraggio ben
mio” è un canto romano dell’800: il canto dei coscritti, soldati
romani dello Stato pontificio, obbligati a partire per le guerre
napoleoniche. “Kali Nifta” (buona notte) è un canto d’amore
dell’enclave della Grecia salentina, scritto in gricanico, lingua
delle comunità albanesi dell’Italia del sud. “Drago Rosso” è
una danza scritta da Paolo Simonazzi ex componente dei “Piva
dal Carner” (letteralmente la cornamusa con sacco), una delle
formazioni di musica tradizionale italiana più seguite ed
apprezzate. I restanti brani sono manfrine e gighe emiliane. La
manfrina è un’antica danza popolare italiana, vocale o strumentale,
in un ritmo di 6/8, di andamento veloce, originaria
dell’Italia del nord, che prende diverso nome a seconda delle
zone in cui è diffusa: monferrina in Piemonte (Monferrato),
manfrina in Friuli, manfrenna a Bologna, manfrina o balletto a
Roma e Lucca. Anche la giga è una danza popolare, ma di probabile
origine irlandese, in tempo ternario di andamento veloce,
in uso nei secc. XVII e XVIII, che ha avuto una larghissima
diffusione in tutto il continente europeo.
Piergiorgio Ensoli