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OPUSCOLO FESTIVAL 2004 - Campus Internazionale di Musica

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CONCERTI DEL COMPRENSORIO AURUNCO<br />

A CURA DI ROBERTO PROSSEDA<br />

DAVIDE VENDRAMIN fisarmonica<br />

ARNE NORDHEIM (1931)<br />

Flashing<br />

VÁCLAV TROJAN (1907 - 1983)<br />

La cattedrale <strong>di</strong>strutta<br />

VLADIMIR ZUBITSKI (1953)<br />

Sonata n. 2<br />

Lento<br />

Rubato - Allegro giocoso<br />

JOHN CAGE (1912 - 1992)<br />

Dream<br />

ANATOLIJ KUSJAKOW (1945)<br />

Sonata n. 1<br />

Variazioni<br />

Ostinato<br />

Corale e Recitativo<br />

Finale<br />

S. PUSCHKARENKO<br />

Schizzi del XX secolo<br />

21 21 luglio<br />

MERCOLEDÌ ore 21.00<br />

Lenola, Piazza Duomo<br />

Il brano <strong>di</strong> apertura del Recital <strong>di</strong> questa sera dal titolo Flashing, è<br />

stato scritto nel 1986 e si ispira ad un concerto per fisarmonica e<br />

orchestra del 1975, Spur. La musica <strong>di</strong> Nordheim, compositore<br />

norvegese (Larvik 1931), definito “genuino umanista” dal musicologo<br />

Kjell Skyllstad, si fonda su: solitu<strong>di</strong>ne, <strong>di</strong>sperazione, morte,<br />

amore, tenerezza, umorismo. A partire dagli anni Sessanta, l’autore<br />

approfondì il suo interesse per il contrasto tra luce e oscurità,<br />

riprendendo il Simbolismo <strong>di</strong> Baudelaire e del primo Ungaretti e<br />

trasferendolo nelle proprie composizioni. Flashing si ispira a questa<br />

poetica fin dal nome, che rievoca la capacità tipica dei “poeti<br />

veggenti” <strong>di</strong> procedere per “illuminazioni”, andando al<strong>di</strong>là <strong>di</strong> ciò<br />

che appare.<br />

V. Trojan è stato uno dei più significativi compositori per fisarmonica<br />

cecoslovacchi. Tutti i suoi lavori furono composti durante la<br />

collaborazione con il compositore Milan Blaha, al quale sono interamente<br />

de<strong>di</strong>cati. La cattedrale <strong>di</strong>strutta del 1958 è una composizione<br />

ispirata dalla cattedrale <strong>di</strong> Dresda dopo gli inutili bombardamenti<br />

del febbraio del 1945, quando la Seconda Guerra Mon<strong>di</strong>ale<br />

stava per volgere finalmente al termine. Accanto al titolo si legge:<br />

“quando vi<strong>di</strong> i resti <strong>di</strong> Dresda <strong>di</strong>ventai pensoso e fui sull’orlo del pianto”.<br />

V. Zubitsky (1953) fisarmonicista e compositore ucraino, a questo<br />

strumento ha de<strong>di</strong>cato numerose composizioni che vantano una<br />

grande <strong>di</strong>ffusione. La Sonata n. 2 Slavjanskaja è un’opera <strong>di</strong> grande<br />

intensità e con un linguaggio molto denso e quasi espressionista<br />

che mette in luce la modernità dell’estetica dell’autore. Le tra<strong>di</strong>zioni<br />

folklorica e classica, insieme al jazz, entrano nelle sue composizioni<br />

fondendosi in una <strong>di</strong>mensione più ampia, che trova nella<br />

fisarmonica un’espressione musicale colta.<br />

Dream <strong>di</strong> John Cage è tratto dai Piano Works (1935-1948). Secondo<br />

la poetica dell’autore, l’ascoltatore deve percepire semplicemente i<br />

suoni come tali, gustando ognuno <strong>di</strong> essi così come viene, senza<br />

provare a connettere un suono con quelli precedenti o seguenti,<br />

senza doversi aspettare da quella musica la comunicazione <strong>di</strong> sentimenti<br />

o <strong>di</strong> qualsiasi altro significato. Non è necessario che i suoni<br />

siano sempre intenzionali. Ogni errore, ogni rumore accidentale<br />

che avviene <strong>di</strong>ventano perfettamente accettabili. Il fine del musicista<br />

statunitense è quello <strong>di</strong> aprirsi alle altre idee e fe<strong>di</strong> delle gran<strong>di</strong><br />

culture del mondo e nel “Sogno” (Dream) emerge tutto ciò, spingendoci<br />

al superamento dei giu<strong>di</strong>zi <strong>di</strong> valore che spesso rappresentano<br />

un limite nell’accettazione dell’altro.<br />

K. Olczak, in Phantasmagorien ( opera vincitrice del concorso internazionale<br />

<strong>di</strong> composizione per fisarmonica “Città <strong>di</strong><br />

Castelfidardo” 1984) sono raggruppate quasi tutte le potenzialità<br />

foniche della fisarmonica classica. Già la scrittura musicale priva<br />

della tra<strong>di</strong>zionale notazione è innovativa. Le durate non sono<br />

espresse con i valori delle note o con le battute, bensì in secon<strong>di</strong>.<br />

Gran parte della composizione si basa sugli impulsi prodotti da<br />

accor<strong>di</strong> e dai cluster su varie altezze. Oltre agli effetti <strong>di</strong> mantice<br />

(bellow shake) e glissan<strong>di</strong>, Olczak utilizza molti effetti rumoristici,<br />

quali il battere con la mano sulla cassa o sul coperchio del lato<br />

destro, il rumore del selezionamento dei registri, il rumore del<br />

mantice ecc.<br />

L’estremo virtuosismo e la forza sonora del brano avvicinano la<br />

Sonata n. 1 <strong>di</strong> A. Kusjakow (1945), fisarmonicista e compositore<br />

russo, alle Sonate per pianoforte <strong>di</strong> Prokof’ev. La vivacità e l’incisività<br />

degli impulsi ritmici, la plasticità dei temi, la nettezza dei<br />

piani sonori che rimangono in solido equilibrio nonostante le brusche<br />

modulazioni e le repentine impennate, nascono infatti dai<br />

suggerimenti del pianoforte che il musicista collega ad un gusto<br />

assai personale dei timbri orchestrali.<br />

Piergiorgio Ensoli

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