OPUSCOLO FESTIVAL 2004 - Campus Internazionale di Musica

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25.12.2012 Views

Il programma del concerto di questa sera rappresenta un vero e proprio viaggio nella letteratura flautistica dalla prima metà del Settecento ad oggi, e offre la possibilità di apprezzare l’evoluzione tecnica ed espressiva di questo strumento. La produzione per flauto di Johann Sebastian Bach comprende alcune sonate solistiche, oltre ad alcune pagine molto note, come il Quinto concerto brandeburghese e la Suite in si minore. Alcune sonate hanno il semplice sostegno del basso continuo, mentre altre, come quella in programma stasera, in tre movimenti, sono “concertanti”: la tastiera non si limita ad un semplice “accompagnamento”, ma realizza con il solista un continuo e raffinato dialogo. Autodidatta, nato nel 1930, il compositore e musicologo giapponese Kazuo Fukushima ha avuto particolare predilezione il flauto, collaborando anche con grandi interpreti come Severino Gazzelloni. Mei, scritto nel 1962, esplora le varie possibilità timbriche e ritmiche della musica tradizionale giapponese, con ampio uso di glissandi e particolari modalità d’emissione. Dopo la stagione “aurea” della prima metà del Settecento, il repertorio flautistico diminuì in modo considerevole nel corso dell’Ottocento. Nei paesi di lingua tedesca i compositori orientarono il loro interesse verso strumenti che esprimevano più compiutamente le nuove istanze legate al romanticismo. Questo non significa, comunque, che il flauto non godesse di buona diffusione e di un notevole grado di maturazione tecnica. Il programma prevede uno dei brani più impegnativi della letteratura flautistica novecentesca, la Sonata in re maggiore op. 94 di Sergej Prokof’ev (1891- 1953). Composta nel 1943, questa sonata fu poi rielaborata per una versione violinistica nel 1944, con l’ausilio del grande violinista russo David Ojstrakh, che ha quindi contribuito notevolmente alla sua diffusione nelle sale da concerto. All’interno di una struttura sostanzialmente “tradizionale”, la Sonata di Prokof’ev contiene alcuni elementi di interesse, come la ricchezza e varietà dei fraseggi, l’incisività ritmica e gli slittamenti armonici. Il primo movimento è un Moderato, costruito su due temi: il primo è esposto all’inizio dal flauto, ed ha un carattere pacato e diatonico. Il secondo è costituito da una melodia su ritmo puntato. La seconda parte del movimento, dopo la ripetizione del ritornello, si apre con una scansione ritmata nel registro grave del flauto, che conduce alla riesposizione dei due temi in vari campi armonici. Dopo una sezione caratterizzata da una scrittura virtuosistica di arpeggi che toccano il registro sovracuto, troviamo una vera e propria ripresa. Il movimento si chiude dopo una coda, nella quale il primo tema è riproposto dai due strumenti. Lo Scherzo che segue, in tre quarti, è basato su un complicato contrappunto ritmico-melodico, nel quale sono presenti continui spostamenti ritmici. Una sezione centrale assume il ruolo di interludio dal carattere cantabile: il movimento si conclude con la ripresa variata della sezione iniziale, con continue figurazioni dal carattere irregolare. Il terzo movimento è un Andante, e costituisce, di fatto, il momento “lirico” della Sonata. Il tema principale si basa su un’idea diatonica molto semplice, che è esposta dal flauto all’inizio. Successivamente è affidata al pianoforte, mentre il flauto compie delicati arabeschi che la contrappuntano, per poi riproporla in chiusura. L’ultimo movimento è un Allegro con brio tripartito. Nella prima sezione ci sono quattro temi fortemente caratterizzati; troviamo poi un momento dall’atmosfera lirica e cantabile, seguito da una ripresa variata della sezione iniziale, arricchita da elementi virtuosistici. Le Tre Romanze op. 94 di Schumann furono originariamente pensate per oboe e per violino. Frank Martin (1890 – 1974) è un compositore difficilmente collocabile nelle principali “scuole” del primo Novecento, anche per il lungo sviluppo della sua personalità artistica: da una parte egli assorbì pienamente la grande civiltà musicale tedesca, accanto alla quale sì inserì una forte attenzione per l’Ottocento francese e per Franck in particolare. Luca Della Libera 44 luglio DOMENICA ore 19.30 Priverno, Abbazia di Fossanova PETER-LUKAS GRAF flauto AGLAIA GRAF pianoforte JOHANN SEBASTIAN BACH (1685 - 1750) Sonata in mi bem. magg. BWV 1031 Allegro Siciliano Allegro KAZUO FUKUSHIMA (1930) MEI per flauto SERGEJ PROKOF’EV (1891 - 1953) Sonata in re magg. op. 94 Moderato Schero Andante Allegro con brio ROBERT SCHUMANN (1810 - 1856) Tre Romanze op. 94 Moderato Semplice Moderato AGLAIA GRAF (1987) Danse mistérieuse per pianoforte solo FRANK MARTIN (1890 - 1974) Ballade

RICHARD STOLTZMAN clarinetto LINDA DI CARLO pianoforte PETER-JOHN STOLTZMAN pianoforte 1100 luglio SABATO ore 21.00 Sermoneta, Castello Caetani SERGEJ PROKOF’EV (1891 - 1953) Sonata in re magg. op. 94 per flauto e pianoforte (arr. K. Kennan) Moderato, Scherzo, Andante, Allegro con brio FRANCIS POULENC (1899 - 1963) Sonata Allegro tristamente, allegretto Romanza, trés calme Allegro con fuoco, très animé CLAUDE DEBUSSY (1862 - 1918) Première Rhapsodie WITOLD LUTOSLAWSKI (1913 - 1994) Dance Preludes Allegro molto, Andantino, Allegro giocoso, Andante, Allegro molto GEORGE GERSHWIN (1898 - 1937) Three Preludes (arr. J. Gach) Allegro ben ritmato e deciso Andante con moto e poco rubato Allegro ben ritmo e deciso PETER-JOHN STOLTZMAN (1977) Lullaby - Travelers (Music composed at Sermoneta) DAVID BRUBECK (1920) The Duke - Blue Rondo à la Turk Così come per altri strumenti musicali a fiato, le difficoltà tecniche per esecutori sono cresciute notevolmente nel ventesimo secolo anche per il clarinetto, prima di tutto nelle parti orchestrali, poi nel repertorio solistico e in quello cameristico. Il talento d’alcuni grandi interpreti ha continuato ad incoraggiare i compositori ad estendere la tecnica dello strumento. Uno dei casi più noti è quello di Benny Godmann, per il quale scrissero pagine memorabili Bartók, Hindemith e Copland. Kent Kennan, vissuto tra il 1913 ed il 2003, è stato un importante compositore e didatta statunitense, attivo in modo particolare nel campo dell’orchestrazione, ed autore di molte trascrizioni. E’ il caso della Sonata in re maggiore op. 94 di Prokoviev, un brano composto nel 1943 originariamente per flauto e pianoforte, del quale esiste anche una versione violinistica, realizzata dallo stesso compositore russo l’anno successivo con l’aiuto del grande violinista David Ojstrak. Il francese Francis Poulenc (vissuto tra il 1889 ed il 1963) nella prima parte della sua vita ha subito numerose critiche per la semplicità e l’immediatezza della sua musica, ma con il tempo è stato chiaro che l’assenza di complessità linguistica non significava assenza di espressività e di capacità tecniche. La Sonata per clarinetto risale al 1962. Claude Debussy compose la Premiere rapsodie per clarinetto tra il 1909 ed il 1910 come brano di concorso per il Conservatorio di Parigi. L’autore stesso lo considerava uno dei suoi brani più riusciti, e, in effetti, vi troviamo alcuni dei tratti salienti della sua personalità compositiva: la capacità d’invenzione applicata all’armonia, alla forma e al timbro, ed una concezione del tutto nuova del tempo musicale. Il compositore polacco Witold Lutoslawski è vissuto tra il 1913 ed il 1994, le Dance preludes risalgono al 1954, in un periodo nel quale l’autore seguiva varie strade: la musica funzionale, d’ampio consumo, la produzione concertistica, basata su materiale folklorico, e infine un’investigazione “privata”, alla ricerca di nuovi aspetti del linguaggio musicale. Va ricordato che in Polonia, tra la fine degli anni Quaranta e gli inizi Cinquanta, ci fu un pesante condizionamento culturale con l’avvento del “realismo socialista”, e alcuni lavori di Lutoslawski furono tacciati di “formalismo”. La sua attenzione per il folklore di quegli anni non aveva certo la profondidi Bartók, ma gli serviva come spunto compositivo da piegare poi alle sue esigenze espressive. Vissuto tra il 1898 ed il 1937, il pianista, direttore d’orchestra e compositore statunitense George Gershwin, ha iniziato la sua carriera come pianista, per poi diventare in pochi anni il più popolare musicista americano di Broadway ma anche nella musica da concerto. I Preludes risalgono agli anni 1923-26. Jazzista tra i più noti della scena statunitense, Dave Brubeck (1920) è compositore, pianista e leader di numerose band, che lo hanno visto operare con musicisti del calibro di Paul Desmond e Gerry Mulligan. Il Rondò è il suo brano più popolare ed è costruito su un’irregolare successione ritmica. Luca Della Libera

Il programma del concerto <strong>di</strong> questa sera rappresenta un vero e proprio<br />

viaggio nella letteratura flautistica dalla prima metà del Settecento ad oggi,<br />

e offre la possibilità <strong>di</strong> apprezzare l’evoluzione tecnica ed espressiva <strong>di</strong> questo<br />

strumento.<br />

La produzione per flauto <strong>di</strong> Johann Sebastian Bach comprende alcune sonate<br />

solistiche, oltre ad alcune pagine molto note, come il Quinto concerto brandeburghese<br />

e la Suite in si minore. Alcune sonate hanno il semplice sostegno<br />

del basso continuo, mentre altre, come quella in programma stasera, in tre<br />

movimenti, sono “concertanti”: la tastiera non si limita ad un semplice<br />

“accompagnamento”, ma realizza con il solista un continuo e raffinato <strong>di</strong>alogo.<br />

Auto<strong>di</strong>datta, nato nel 1930, il compositore e musicologo giapponese Kazuo<br />

Fukushima ha avuto particolare pre<strong>di</strong>lezione il flauto, collaborando anche<br />

con gran<strong>di</strong> interpreti come Severino Gazzelloni. Mei, scritto nel 1962, esplora<br />

le varie possibilità timbriche e ritmiche della musica tra<strong>di</strong>zionale giapponese,<br />

con ampio uso <strong>di</strong> glissan<strong>di</strong> e particolari modalità d’emissione.<br />

Dopo la stagione “aurea” della prima metà del Settecento, il repertorio flautistico<br />

<strong>di</strong>minuì in modo considerevole nel corso dell’Ottocento. Nei paesi <strong>di</strong><br />

lingua tedesca i compositori orientarono il loro interesse verso strumenti<br />

che esprimevano più compiutamente le nuove istanze legate al romanticismo.<br />

Questo non significa, comunque, che il flauto non godesse <strong>di</strong> buona<br />

<strong>di</strong>ffusione e <strong>di</strong> un notevole grado <strong>di</strong> maturazione tecnica.<br />

Il programma prevede uno dei brani più impegnativi della letteratura flautistica<br />

novecentesca, la Sonata in re maggiore op. 94 <strong>di</strong> Sergej Prokof’ev (1891-<br />

1953). Composta nel 1943, questa sonata fu poi rielaborata per una versione<br />

violinistica nel 1944, con l’ausilio del grande violinista russo David<br />

Ojstrakh, che ha quin<strong>di</strong> contribuito notevolmente alla sua <strong>di</strong>ffusione nelle<br />

sale da concerto. All’interno <strong>di</strong> una struttura sostanzialmente “tra<strong>di</strong>zionale”,<br />

la Sonata <strong>di</strong> Prokof’ev contiene alcuni elementi <strong>di</strong> interesse, come la<br />

ricchezza e varietà dei fraseggi, l’incisività ritmica e gli slittamenti armonici.<br />

Il primo movimento è un Moderato, costruito su due temi: il primo è esposto<br />

all’inizio dal flauto, ed ha un carattere pacato e <strong>di</strong>atonico. Il secondo è<br />

costituito da una melo<strong>di</strong>a su ritmo puntato. La seconda parte del movimento,<br />

dopo la ripetizione del ritornello, si apre con una scansione ritmata nel<br />

registro grave del flauto, che conduce alla riesposizione dei due temi in vari<br />

campi armonici. Dopo una sezione caratterizzata da una scrittura virtuosistica<br />

<strong>di</strong> arpeggi che toccano il registro sovracuto, troviamo una vera e propria<br />

ripresa. Il movimento si chiude dopo una coda, nella quale il primo<br />

tema è riproposto dai due strumenti. Lo Scherzo che segue, in tre quarti, è<br />

basato su un complicato contrappunto ritmico-melo<strong>di</strong>co, nel quale sono<br />

presenti continui spostamenti ritmici. Una sezione centrale assume il ruolo<br />

<strong>di</strong> interlu<strong>di</strong>o dal carattere cantabile: il movimento si conclude con la ripresa<br />

variata della sezione iniziale, con continue figurazioni dal carattere irregolare.<br />

Il terzo movimento è un Andante, e costituisce, <strong>di</strong> fatto, il momento “lirico”<br />

della Sonata. Il tema principale si basa su un’idea <strong>di</strong>atonica molto semplice,<br />

che è esposta dal flauto all’inizio. Successivamente è affidata al pianoforte,<br />

mentre il flauto compie delicati arabeschi che la contrappuntano,<br />

per poi riproporla in chiusura. L’ultimo movimento è un Allegro con brio tripartito.<br />

Nella prima sezione ci sono quattro temi fortemente caratterizzati;<br />

troviamo poi un momento dall’atmosfera lirica e cantabile, seguito da una<br />

ripresa variata della sezione iniziale, arricchita da elementi virtuosistici. Le<br />

Tre Romanze op. 94 <strong>di</strong> Schumann furono originariamente pensate per oboe e<br />

per violino.<br />

Frank Martin (1890 – 1974) è un compositore <strong>di</strong>fficilmente collocabile nelle<br />

principali “scuole” del primo Novecento, anche per il lungo sviluppo della<br />

sua personalità artistica: da una parte egli assorbì pienamente la grande<br />

civiltà musicale tedesca, accanto alla quale sì inserì una forte attenzione per<br />

l’Ottocento francese e per Franck in particolare.<br />

Luca Della Libera<br />

44 luglio<br />

DOMENICA ore 19.30<br />

Priverno, Abbazia <strong>di</strong> Fossanova<br />

PETER-LUKAS GRAF flauto<br />

AGLAIA GRAF pianoforte<br />

JOHANN SEBASTIAN BACH (1685 - 1750)<br />

Sonata in mi bem. magg. BWV 1031<br />

Allegro<br />

Siciliano<br />

Allegro<br />

KAZUO FUKUSHIMA (1930)<br />

MEI per flauto<br />

SERGEJ PROKOF’EV (1891 - 1953)<br />

Sonata in re magg. op. 94<br />

Moderato<br />

Schero<br />

Andante<br />

Allegro con brio<br />

ROBERT SCHUMANN (1810 - 1856)<br />

Tre Romanze op. 94<br />

Moderato<br />

Semplice<br />

Moderato<br />

AGLAIA GRAF (1987)<br />

Danse mistérieuse per pianoforte solo<br />

FRANK MARTIN (1890 - 1974)<br />

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